118 presso Monte S. Angelo, fu inseguito ed obbligato a gettarsi in costa con la sua nave, che rimase in potere dei Veneziani. Questo pirata era ben noto ai Veneziani per altre imprese che aveva compiute. Egli riuscì a salvarsi a terra a Viesti con pochi compagni e continuò ad esercitare la pirateria contro Venezia finchè nel 1622 venne catturato e giustiziato. Ormai la pace tra Venezia e l'Arciduca stava per essere conclusa e l'Ossuna, vista l'imponenza della flotta armata da Venezia, pensò di rinunziare ad inviare i 7000 uomini a Trieste attraverso l'Adriatico e li fece concentrare a Napoli, da dove per mare li inviò a Vado. Le galere riunite sotto il comando del Principe Filiberto di Savoia (fig. 25) nipote di Filippo III, insieme a quelle del Pontefice, di Malta, di Genova, di Savoia e di Toscana partirono da Messina per tentare l'occupazione di Susa in Tunisia. Questa concentrazione di forze navali aveva insospettito il Venier che per ogni evenienza si era trasferito a Corfù, ma fu poco dopo assicurato da una secreta dichiarazione del Principe Sabaudo che egli non avrebbe mai eseguito alcun atto di ostilità contro Venezia (1). Fallita 1'impresa di Susa (2) il Principe Filiberto mosse verso l'Arcipelago per tentare un'altra azione ed in vista di Cerigo avvistò la flotta ottomana. Non volle però venire ad un combattimento perchè essa era afflitta da una violenta epidemia di peste (3). Proseguendo il cammino presso Zante incontrò la flotta veneziana, colla quale vennero scambiati i saluti e gli onori prescritti. Intanto le trattative di pace erano ancor più avanzate e perciò il Senato decise di ridurre la imponente forza navale che teneva armata. Nel novembre 1619 furono perciò licenziate le navi olandesi e nel dicembre la flotta venne ridotta ai quadri del (I) Il Principe Emanuele Filiberto secondogenito del Duca di Savoia e Priore di Castiglia dal 1602 era stato creato generalissimo di tutti i mari dipendenti dalla Corona di Spagna succedendo a Gian Andrea Doria. (2) La spedizione contro Susa ebbe come risultato che nell'estate 1620 la flotta ottomana bombardò e saccheggiò Manfredonia senza che « l'Armata Cattolica » nulla facesse per attaccarla almeno mentre ritornava in Levante. (3) Vedi lettera del Generale delle Galere pontificie F. Centurioni al Ca:din;ùe Scipione Borghese in GUCL!E.LMOTTi: La squadra permanente, ecc., pago 249.