DEI CONTI POI DUCHI DI VENDOME 633 soddisfecero l’ambizioso monarca, che portava speranza, com’egli diceva, di possedere c la figlia e l’intero regno di Francia; sicché tornò senza effetto l’ambasciata, e la guerra fu inevitabile. Giovanni non ebbe sorte migliore nel trattare le armi di quello che nel maneggiar le negoziazioni; poiché preso nel 1415 alla battaglia d’Azincourt, fu condotto nella torre di Londra. Dopo qualche anno di prigionia trattò col re Enrico V intorno al prezzo del suo riscatto, il quale venne fissato a trecentomila lire (i); somma a quel tempo ingentissima, la quale prova come Enrico non avea alcuna voglia di sciogliere quel prigioniero. Il conte con tutto il soccorso de’suoi congiunti ed amici non potè mai radunarne più che mezza, essendo che gl’ Inglesi erano signori della maggior parte delle sue terre e di quelle ancora delle persone che prendevano interesse per lui. Enrico mancò a’vivi nel 1422 colla soddisfazione di vedere fra i lacci il conte di Vendome con più altri signori francesi. Intanto Luigi otteneva dai tutori del giovane Enrico VI la permissione di recarsi a salutare il re Carlo VII suo nuovo signore; dopo di che, mantenendo la sua promessa, ritor-navasi in Inghilterra, la cui reggenza dimostrò eguale inflessibilità che Enrico V riguardo al pagamento del riscatto de’ prigionieri. Luigi credevasi già condannato a compiere i suoi giorni nella cattività, quando nel 1426 (e non 1Ì2S) essendo caduto in gravissima malattia, e sfidato dai medici, come dice egli stesso, si rivolse a G. C., e gli promise e volò, che se gli piaceva aver pietà di lui e della prigio*• nia in cui trovavasi, talché potesse esserne liberalo senza morte, senza disonore della sua persona e senza perdita della sua signoria ed eredità, ad onore e riverenza di esso e della gloriosa Sua Lagrima, che riposava nella chiesa della Santa-Trinità di Vendome, egli farebbe e compirebbe dinanzi alla detta Santa Lagrima il volo che segue. Ecco un sunto di questo voto, giacché troppo lungo sarebbe il trascriverlo per intero dalla carta in cui è riportato, 1.° il conte f’ obbliga di presentarsi nel primo anno dopo la sua liberazione il venerdì di San Lazzaro ( eh’ è (1) Questa somma formerebbe a’nosili giorni due milioni quallromi-laseicenlollaniasette lire e dicci solili.