DEI CONTI POI DUCHI DI VENDOME 657 vittorie da esso riportate nello stesso anno a Santa-Vitto-ria il 26 luglio (1), ed a Luzzara il i5 agosto (2), dopo aver costretti gl’ Imperiali nel primo di detto mese a levare il blocco di Mantova, furono i felici presagi del buon successo della sua commissione. Indi cacciava gl’imperiali da Seraglio, e s’inoltrava nel Trentino prendendovi molte piazze, cui la deserzione del duca di Savoja lo costringeva poscia ad abbandonare. Disarmate per ordine del re il 19 agosto 170ÌÌ le truppe di questo principe, ed entrato sul finire del successivo mese nel Piemonte, egli si rendeva signore di Asti, non che d’altre piazze. Ai 21 del luglio 1704 il duca di Vendome prese la città di Vercelli, ed il 3o del successivo settembre il castello della medesima. Corse un’eguale fortuna il 10 aprile nel 1705 (3) la piazza di Verrue, la quale avea stretta d’assedio il 22 del precedente ottobre. Tale conquista veniva susseguita dalla vittoria di Cassano ottenuta il 16 agosto contro il principe Eugenio. Nel J706 dopo un’altra vittoria riportata a Calcinato contro il generale di Reventlau il 19 di aprile (4), egli vien richiamato per passare in Fiandra a riparare le perdite di Villeroi dopo la sconfitta di Ramillies. Però il miserevole (1) Tulli i granatieri francesi, che si trovavano in questa spedizione, comparvero innanzi al re di Spagna Filippo V, che giungeva da Genova, saliti sopra i cavalli dei corazzieri imperiali eh’erano stati già massacrati. (2) Si cantò egualmente il Te Deum a Parigi ed a Vienna pel buon successo di questa giornata, la quale costò ai Francesi tremila uomini, e il doppio agl’imperiali ; ma la presa di Luzzara, che. si arrese la mattina seguente, comprovò la superiorità dei primi. (5) Il governatore di Verrue, in sulle prime respinto, aveva chiesto di capitolare, salva la libertà della guarnigione \ ma dopo il. rifiuto della condizione da esso proposta, fatto andare in aria il triplice recinto della piazza, egli ritirossi nel castello, e di là scagliò un numero prodigioso di granategli fuochi d’artificio, di bombe ec. sopra l’armata, che non ne fu lesa minimamente, essendo munita di buoni ripari. Questo sforzo era inutile per la sua difesa, e poteva divenir fatale ai Francesi. Il governatore si trovò costretto alla dimane di rendere la piazza\ ed allorquando comparve innanzi al duca di Vendome, questo principe così gli disse: Voì meritate la morte (per aver trasgredite le leggi della guerra), ma io amo meglio risovvenirmi del vostro coraggio che del vostro fallo ( Eloge> da due de Vendome}. (4) U duca di Vendome dopo che gli fu dato ragguaglio degl’ Imperiali a Calcinato scrisse queste parole: lo ravvicino oggidì dei nemici, , e dimani li batterò. T. XII. 42