74 CRONOLOGIA STORICA nel i443 : invano il concilio di Basilea intromettevasi per farle cessare; nel 1444 l’imperatore chiedeva soccorsi alla Francia, ed affine di ottenerli prometteva il matrimonio di Sigismondo colla figlia del re Carlo VII. Accettatasi la proposizione , il monarca francese impose al delfino suo figlio, che alla testa di molte genti stava alloca desolando 1’Alsazia, di passar nella Svizzera. Luigi raccolse quindi il suo esercito, composto di sessantamila uomini, intorno a Basilea, e nel 26 agosto diede il combattimento di San-Jacopo presso questa città, ove miladuecento Svizzeri osarono di affrontarsi con ottomila Francesi capitanati dal conte di Dammartin, ed ove tutti perirono, tranne dodici, dopo aver operati prodigi di valore (Vedi gli Svizzeri). 11 delfino, dopo questa memorabile giornata, ripassava in Alsazia, c a’ 28 ottobre seguente conchiudeva ad Ensishcim la pace cogli Svizzeri. Gli Austriaci, abbandonati da tale alleato, 4 11011 lasciarono per altro di proseguire la guerra fino al i446, epoca in cui fu terminata coll’interposizione dell’e-lettor palatino, assistito dagli elettori di Magouza e di Tré-viri e d*l vescovo di Basilea. Nel 14^7, avvenuta la morte di Ladislao il Postumo, re di Boemia e d’Ungheria e duca d’Austria, Sigismondo divise* co’suoi cugini Federico III imperatore ed Alberto il Prodigo la successione di questo principe nelle provincie d’Alemagna. Sigismondo ebbe nel 1460 col cardinale Nicolao di Cusa, vescovo di Brixen, una contesa, clie.fu «vivaiusnte portata innanzi da entrambe le parti. Voleva il prelato, in virtù di una bolla di Pio II, possedere ijuale commenda il suo vescovado, senza punto risiedervi. Sigismondo al contrario non potè giammai soflerirlo, e si oppose a tutt’uomo all’istituzione delle commende, che non erano in uso iri Alemagna, quantunque comunissime allora in Italia, in Francia, in Ispagna ed in- Inghilterra. Il cardinale difendevasi con un mezzo, che terminò d’irritare Sigismondo contro di lui, col pretendere cioè che la sua chiesa non soggiacesse alla contea del Tirolo. Avendolo perciò il duca perseguitato coll’armi alla mano, lo fece prigione il dì di Pasqua nel castello di Prauneck, ov’crasi ritirato, nè lo lasciò libero se non che sotto condizioni che il cardinale giudicò gravosissime, cioè di pagargli una ragguardevole somma,