33o CRONOLOGIA STORICA di Rimini, preso e condotto prigione; senonchè Jacopo Carrara, figlio di Francesco, traeva da arcione anch’egli il vincitore di Leopoldo, e ristorava da sua parte il combattimento. Gl’imperiali tuttavia meditavano di ritirarsi; e Facino, che credevasi vincitore per la presa di Leopoldo, non proseguì nelle sue vittorie, ma ripigliò la via di Brescia. Questa battaglia, o a meglio dire questa scaramuccia, seguì nel 17 ottobre, giusta Schoepflin (Ad. Acad. Palai., tom. Il, pag. 201), e nel giorno 21, giusta Muratori. Tre giorni dopo videsi ritornare sul campo di battaglia il duca d’Austria sano e salvo, e affatto libero: l’imperatore dimostrava grande allegrezza pel suo ritorno, ma il Carrara ricevette una lettera da Brescia, che lo avvertiva come Leopoldo aveva ottenuta la sua libertà promettendo di consegnarlo ai nemici. L’imperatore, avuta questa novella, spedì il Carrara a Padova per porlo, in salvo dagli agguati che gli si tendevano, e si i*ecò a raggiungerlo in seguito, dopo aver licenziata una parte delle sue genti. Di là si recò a Venezia, donde dopo qualche giorno se ne tornò in Alemagna, vedendo che gli Italiani temevano ancor meno la dominazione dei Visconti che quella degli Alemanni. Nel 1402 la città di Bologna, imitando quella di Perugia, sceglieva a’ 10 di luglio Galeazzo a suo protettore, dopo una vittoria che avea riportata nel 26 giugno precedente sui Bolognesi e sui Fiorentini; vittoria di cui rimase vittima Giovanni Bentivoglio signor di Bologna, che dai propri sudditi fu massacrato nel giorno 28 di questo mese (Mu~ rat., ann., tom. IX, pag. 9). Impadronitosi di questa città, Giovanni Galeazzo non tardò punto a far innalzare una cittadella ; locchè recò non poche mortificazioni a’ Bolognesi. Ma i Fiorentini avrebbero avuta occasione di tremare per se medesimi, scorgendosi attorniati da ogni lato, dice Muratori, da questo grande serpente, padrone della Lunigiana, di Pisa, di Siena, di Perugia e di Bologna: tuttavia il duca pose in calma il loro spavento, conchiudendo secoloro un trattato di pace e di confederazione. Ciò che dovette ancor più tranquillarli fu la morte di Giovanni Galeazzo, che seguì non guari dopo questo trattato; perocché essendosi trasferito da Pavia, ov'erasi manifestata la peste, a Marignano, cadde ivi malato sul finir dell’a-