DEI MARCHESI DI MONFERRATO a83 conte di Glocester fratello del. re d'Inghilterra; e rimasto ()oi vedovo nell’agosto 1271, si recava in Ispagna, ove dava a propria manò a Beatrice figlia di Alfonso 1’ Astrologo re di Castiglia. In pari tempo egli conchiuse, mercè trattato del 18 ottobre, il matrimonio di Margherita, ch’eragli nata da Isabella, coll’infante don-Gìovanni figlio del medesimo Alfonso: questo monarca che assumeva allora il titolo di imperatore, in tale qualità istituì suo vicario in Italia, mercè lettere del 20 novembre seguente, il marchese suo genero coi più estesi poteri. Ma questo titolo svanì del tutto nel 1273, "essendosi eletto Rodolfo di Absburgo re dei Romani. In quest’anno medesimo il marchese di Monferrato conchiuse una lega coi Genovesi e con quei d’Asti e di Pavia, per por argine ai progressi del re di Sicilia, che facea loro guerra collo scopo di soggiogare tutta la Lombardia. Papa Gregorio X, avvertito di tale confederazione, fulminò ad istanza di Carlo una scomunica contro il marchese e contro i suoi collegati. Questa severità non produsse effetto: il marchese, ricevute dal re di Castiglia suo suocero alcune genti, si fece ad assediare co’suoi confederati la città di Alessandria, ch’erasi donata al re di Sicilia, e la costrinse mercè capitolazione a scuotere il giogo di questo principe per unirsi ad esso. Egli attaccò col medesimo successo la più parte delle altre città del Piemonte, che appartenevano a Carlo, ed impose loro • la medesima condizione. Nel 1278 i Milanesi, sconfitti da Cassonato della Torre capo dei Torriani, cui aveado scacciati dalla città, scelsero nel iti agosto a lor capitano il marchese di Monferrato, assegnandogli diecimila lire di appuntamento per ciascuno dei cinque anni che dovea durare il di lui comando. Il marchese quindi al cominciar del successivo settembre li condusse nel Lodigiano, la cui capitale serviva di asilo ai Torriani, pose a guasto il paese, es’imposessò senza fatica di alcuni mal fortificati castelli. Senonchè reso poi consapevole che i Cremonesi, i Parmigiani, i Modenesi e quelli di Reggio correvano in aiuto dei Torriani, pigliò il partito di tornarsene a Milano: nel ritornarsi in questa città, la ritrovò divisa in due partiti, de’quali l’uno voleva clic si continuasse la guerra, e l’altro desiderava la pace: prevalse il primo, ma Guglielmo ricusò di ricondurre i