534 CRONOLOGIA STORICA 24 febbraio 149^ nello stesso giorno che il re Carlo Vili fece la solenne sua entrata in Napoli. Galeotto Pico finì i suoi giorni nel 7 aprile i499i lasciando della sua sposa Dianca Maria, figlia naturale di Scipione d’Este, tre maschi: Giovan Francesco, Luigi e Federico; ed una femmina, Maddalena, che si fece religiosa a Firenze. GIAN FRANCESCO PICO. GIAN FRANCESCO PICO, primogenito di Galeotto, lungi d’applicarsi a sopire le discordie accese nella propria famiglia dall’ambizione del padre suo, non fece anzi, seguendo le di lui tracce, che sempre più alimentarle. Rifiutava costantemente ai fratelli Luigi e Federico la divisione dell’eredità paterna, e quindi trovossi continuamente alle prese con essi. Luigi, aiutato da Ercole d’Este e dal suocero suo Giacomo Trivulzi marchese di Vigevano, spogliò nel i5q3 il fratello maggiore della Mirandola e di Concordia; e postosi poscia al servigio di papa Giulio II, venne ucciso nel i5ot), combattendo alla testa delle papali milizie contro i Veneziani. Due anni dopo, Giulio II assediava in persona la Mirandola, della quale i Francesi ed alleati loro s’erano impadroniti, e la prendeva d’assalto, e vi entrava per la breccia; non la teneva però, ma rendevala a Gian Francesco mediante ventimila ducati e giuramento di fedeltà. I Francesi, guadagnata nell’11 aprile i5i2 la battaglia di Ravenna, rientravano in possesso della Mirandola, ed obbligavano Gian Francesco a uscirne di nuovo; se non che l’imperatore Massimiliano poco dopo ve lo ristabiliva. Correvano già vent’anni che Gian Francesco godeva in noi meritava: ciò che abbiamo di lui è sì poco!... Era un uomo che dalla lettura degli Scolastici, e forse anco dalle lodi degli adulatori, poiché a’grandi mai non ne mancano, avea guasto lo spirilo. Egli credeva sapere e poter rispondere de omni re scìbili. Certo e’ non bisognerebbe altro titolo per aver diritto di venir alloggiato all’ospitale dei pazzi. Ei pretendeva confutare 1*Alcorano senza conoscere l’arabo, e verisimilroente sur una misera traduzione di Pietro il Venerabile; voleva accordare Fiatone e Aristotile, san Tommaso e Scolto; rifiutare tutte le sette, tutte le religioni; conciliare tutti i teologi e tulli i filosofi... finì col voler farsi monacò ( Longueruana, pag. 60).