DEI DOGI DI VENEZIA Sfa infedeli, di loro molto più numerosi, furono tutti tagliati a pezzi o fatti prigionieri. Orgogliosi di questa vittoria, i Saraceni vennero sui loro vascelli per devastare le coste adriatiche; ed infatti, nel secondo giorno di Pasqua essi presero ed incendiarono Auserà in Dalmazia, ed Ancona provava poscia lo stesso flagello. Nell’842 ottenne il doge Pietro dall* imperatore Lotario la conferma della franchigia dei dominii, di cui la repubblica godeva nel regno d’Italia. Egli col figlio e con magnifico corteggio portavasi nell’8Ì>6 sino a Brondolo ad incontrare l’imperatore Luigi II e la di lui sposa Angelberga, e li accoglieva in Venezia. Alcuni anni dopo vari nobili cospirarono contro di lui, e nel i5 marzo dell’864 posero a morte nel monastero di San-Zaccaria, ove portavasi a celebrarne la festa. Qualche tempo prima aveva egli perduto il doge'Giovanni suo figlio. ORSO PART1CIACO, 0 PARTECIPAZIO. 864. ORSO PARTICIACO, o PARTECIPAZIO, venne eletto dopo la morte di Pietro Tradonico. Lo imperatore Basilio onoravalo del titolo di protospadario, ed egli rico-scente di questo favore gli inviava in dono dódici grosse campane ( Furono le prime, se stiamo al Dandolo, di cui si servissero i Greci). Leone Allazio conviene pui* egli che fra i Greci anticamente non erano in uso le campane*, ed il Muratori dice che comunemente se ne tenevano inventori gli Italiani, quantunque sia fuori di dubbio che le piccole campane o campanelle erano in uso fra gli antichi Pagani. Nell’S77 i Saraceni assediarono la città di Grado; ma vennero respinti dagli abitanti, e furono obbligati a ritirarsi sull’avviso dell’arrivo d’una flotta veneziana co* mandata da Giovanni figlio del doge: essi allora portavansi a saccheggiare Comacchio. Poco dopo GIOVANNI veniva dato per collega al padre suo. Racconta il Dandolo che i mer-cadanti veneziani non facevansi scrupolo di vendere i cristiani poveri ai corsari saraceni 0 schiavoni ; il doge però ed il senato di Venezia proibirono sotto rigorosissime pene un commercio sì infame. Orso, al dire del Muratori, principe per saggezza, pietà, c amore della pace commenda»