DEI DOGI DI VENEZIA mo delle sue genti, fatto poco dopo dal re d’Ungheria, determinavano il signore di Padova a chieder la pace. E questa otteneva a durissime condizioni, con trattato dell’ i i settembre; ma l’onta che a lui ne veniva sempre più nemico ai Veneziani rendevalo , ed in fatti nel 1376 impegnava egli il duca d’Austria a scendere nel Trivigiano. L’armata veneziana batteva questo principe presso Guero, nel Feltrino, di cui faceva poscia l’assedio. La piazza, battuta dal cannone, macchina fino allora sconosciuta, non tardava a capitolare (Laiigicr)\ nell’anno 1377 fu sotto-scritta una tregua, che poscia nel seguente anno in pace veniva tramutata. Nel 1378 una lega terribile, composta dai Genovesi, dal re d’Ungheria, dal signore di Padova e dal patriarca d’Aquileia, scoppiò contro i Veneziani. Kccone l'occasione: nell’agosto 1376 i Genovesi, preso partito per Andronico Paleologo, dopo aver deposto il di lui padre Giovanni 1, detto Calogianni, amico dei Veneziani, avevanlo posto sul trono; ed in ricompensa de4 delittuoso servigio avevano da lui ottenuta l’isola di Tenedo; senonchè il governatore di essa, fedele a Calogianni, rifìutossi di consegnarla ai Genovesi, anzi e ai Veneziani la rimetteva. Quelli contro questi irritati ad oltraggio, non aliavano che la loro rovina, e d’ogni parte tentavano suscitar loro nemici. Il re di Cipro ed i Visconti si dichiaravano pei secondi; e quantunque quasi nessun soccorso ad essi fornissero, tuttavia la campagna del 1378 venne ai Veneziani vantaggiosissima; mentre il generale Vittore Pisani fra le altre imprese ruppe la flotta genovese comandata da Luigi di Fiescbi e le tolse cinque galere; senonchè nel seguente anno i Genovesi si rifacevano con usura si grande, che i Veneziani, inaspriti dalle perdite fatte, misero prigione al suo ritorno il Pisani; Panno seguente però, dopo avere inutilmente domandata ai Genovesi la pace, si videro costretti a liberarlo non solo, ma a rendergli il comando eziandio. La guerra continuò due anni ancora, quasi sempre con ¡svantaggio dei Veneziani; finalmente mercè l’intervento e la mediazione di Amedeo conte di Savoja, fu ristabilita la concordia fra le due repubbliche ed i loro alleatj, con laudo dello stesso conte nella sua qualità di arbitro, dato nell’8 agosto i38i a