CRONOLOGIA STORICA figli allora viventi, cioè Rodolfo, di cui faremo parola; Amedeo vescovo di Die; Aimone prevosto della chiesa di Losanna; Enrico Roberto canonico di Vienna e poscia vescovo di Ginevra; Guglielmo; e Guido che divenne vescovo di Làngres nel 1266. A questi figli i signori dì Sainte-Marthe aggiungono eziandio Giovanni vescovo di Valenza; ed il Levrier vi aggiunge Beatrice sposa, per quanto ila lui vien detto, di Ronselìno signore di Luuel in Linguadocca. Da quell’epoca in poi non troviamo più traccie di Guglielmo II, che venne rimpiazzato dal di lui primogenito, che seguita. RODOLFO, figliuolo maggiore del conte Guglielmo II, a lui succedette nella contea ginevrina. Senonchè Pietro conte di Savoja, tornatosi dall’Inghilterra ne’propri stati, cominciò ad apparecchiarsi per far valere i diritti di Eble figlio di Umberto sopra detta contea, diritti ch’egli ave-vagli ceduti nel suo testamento: Avendo pertanto sbaragliato Rodolfo in una battaglia, ripigliò ad esso i castelli di Roue e. di Cles, di cui erasi impadronito, obbligandolo nel renderglieli a fargliene omaggio (Guichenonc). Ignoriamo in qual anno mancasse il conte Rodolfo; ma nel 1268 era già entrato in sua vece Aimone III di lui figlio maggiore, natogli da Maria di Coligni sua sposa, dama di Varei nel Bugei, la quale viveva ancora nel 1285. Gii altri figli che da lei lasciava sono^Araedeo, -di cui parleremo più avanti; Guido canonico di Setilis, ma non già, come si disse, abate di Saint-Seine; Giovanna, che sposò Guicardo VI signor di Beaujolais; e Margherita, sposa di Aimaro IV conte di Va-lentiuois. Il vescovo Aimone di Granson chiuse i suoi giorni nel 1260, dopo circa quarantanni di vescovado, e gli succedette nell’anno stesso ULRICO ovvero sia ENRICO, priore della certosa di Portes. Questo prelato a’3 maggio dell’anno susseguente, ch’era il martedì dopo la domenica Quasimodo, poneva termine, coll’interposizione di Agnese contessa di Savoia, alle differenze, insorte fra lui e Simone di Joinville signore di Gex, relativamente ai vari diritti ch’erano fra loro controvfrsi (Sport., tom. II, n.° XXII). Il dispiacere di trovarsi lontano dalla sua solitudine lo de-