154 CRONOLOGIA STORICA dorico, recatosi nel seguente anno a Roma, fu tra i prelati che composero il concilio che lo stesso pontefice ivi tenne per condannare l’eresiarca Berengario, e canonizzare san Gerardo vescovo di Toul ( Mabill. ìbid., pag. 739). La grande Bibbia latina, che conservasi manoscritta nella pubblica biblioteca di Ginevra, ed i cui caratteri appartengono al secolo X, viene riguardata siccome un dono clic questo prelato facesse alla sua chiesa. I signori di Sainte-Warthe gli attribuiscono trentasette anni di vescovado, senza indicarne la data del principio c del fine. ROBERTO If, figliuolo, se stiamo ai moderni, di Ge-roldo, a lui succedette, non sappiamo in qual anno, nella contea del Ginevrino. Nelle note sulla storia di Ginevra del signor Spon (pag. 36-37) si pretende che ad esempio del suo genitore egli entrasse in gravi controversie col vescovo di Ginevra riguardo al rispettivo loro diritto, e che il prelato scorgendo Roberto in condizione di dettargli la legge, signore coin’ era dei castelli che giacevano presso Ginevra, prendesse il partito di accomodarsi con esso, dandogli in feudo il territorio ginevrino; ma egli è verisimile, siccome abbiamo già ricordato , che codesta infeudazione sia anteriore al conte Roberto II. Ad ogni modo, a Roberto subentrò nella contea di Ginevra certo ÀIMONE, il cui fratello GUIDO ossia W1DO era a quel tempo vescovo di Ginevra. Pietro il Venerabile ( lib. I, De Mirac., c. parlando di questo prelato, ricorda com’egli fosse di nobile schiatta, ma di costumi poco conformi alla santità del suo carattere. « Perocché abbagliato siccom’egli era, aggiunsi ge questo scrittore, dal lustro della sua nascita, e nuo-» tante nell’abbondanza delle ricchezze, disimpegnava ne-” gligentemcnte le funzioni del vescovado. Tuttavia, nato » con cuor buono e compassionevole, dispensava abbon-danti elemosine ai poveri ed alle chiese; la qual cosa » gli valse la grazia di terminare i suoi giorni con una » buona confessione ed un sincero pentimento delle sue » colpe ». Noi daremo in appresso qualche prova della sua liberalità, cui potrà, volendosi, dar il nome di carità. Il conte Aimone, coll’assenso di Geroldo suo figlio, donava versy l’anno 1090 al monastero di.Cluse in Piemonte la