CRONOLOGIA STORICA spetti agli Alemanni co’loro artifizi; e questi avendo nel io febbraio fatta irruzione nelle loro case, posero a guasto i loro mobili, e li scacciarono dalla città. Matteo non di meno fu esiliato egli stesso ad istanza di alcuni nobili, che temevano di rivederlo alla loro testa; ma nel 7 aprile successivo ottenne di esser richiamato e si fé’ confermare il titolo di vicario dell’impero. Nel 1315 egli si rese signore, per forza 0 per arte, di Pavia, di Piacenza e di alcune altre città. Nel 1317 papa Giovanni XXII vietava a chiunque di prendere il titolo di vicario dell’impero ed esercitarne le funzioni senza permesso della santa sede; laonde Matteo lasciava questo titolo che aveva fino allora portato, e si faceva proclamare signor generate di Milano. La sua adesione all’imperator Luigi di Baviera irritava contro di lui Giovanni XX'I, che lo colpi nel i3i8 colla scomunica, e ■clic vedendo nel i32i come dopo tre anni Matteo non teneva in verun conto queste censure ed ogni dì facea nuovi progressi, lo fé’citare innanzi il suo tribunale per giustificarsi sui delitti di eresia e di magia, de’ quali venia accusato. Essendosi rifiutato di comparirvi, lo dichiarò convinto, ne confisfcò i beni e lo privò delle sue dignità. In. pari temptf si scagliò l’interdetto sulla città di Milano e sulle altre soggette a Matteo. Nel i3ì2, scorgendo lajmag-gior parte dei nobili milanesi disposti o dagli inviti e dalle promesse del legato a ritirarsi dalla di lui soggezione, egli abdicò in favore del suo primogenito, se ne andò a confinarsi nel monastero di Cresconzago ; ivi per lo dolore cadde malato, c morì a’27 giugno dell’anno stesso, ch’era della sua età il settantesimosecoiido, essendo nato a’ i3 dicembre i25o. Era egli signore non solo di Milano, ma ancora di Pavia, di Piacenza, di Novara, di Como, di Tortona, di Alessandria, jli Rergamo e di altre città. Il valore di lui c la grandezza drl suo ingegno gli meritarono il soprannome di Grande, ma noi non troviamo, dic<\ il Muratori, che alcuno al mondo Io compiangesse, perchè avea molto aggravato il popolo, nè andava esente da vizi. La sua morie si tenne secreta per quattordici giorni, e lo si seppellì in luogo sconosciuto, perchè era morto sotto l’interdetto c la scomunica. Lasciava cinque figli, cioè Galeazzo, Marco, Luchino, Stefano e Giovanni (Muratori, Annoi, d’ital