DEI DUCIII D’AUSTRIA 4« FEDERICO II, detto il ¿ELLICOSO. ia3o. FEDERICO, di cui le imprese meritarongli il soprannome di BELLICOSO, succedette nel i23o a Leopoldo suo padre nei ducati d’Austria e di Stiria, e fu l’ultimo di sua famiglia. Leopoldo avea morendo lasciato un ragguardevole tesoro: ora essendosene i suoi ufficiali impadroniti, ricusarono di restituirlo, allorché l’erede ne fece loro 1’ intimazione. Perseguitati per tale motivo, essi presero l’armi in difesa della loro preda , e tutto misero a ferro ed a fuoco; ma Federico venne finalmente a capo di domarli. Nel I23a egli estese i suoi possedimenti nella Camiola, della quale si qualificò signore ( Busching) ; e nello stesso anno entrò in guerra con Wenceslao IH re di Boemia, che due volte lo ruppe nel corso dell’anno stesso, c praticò gravissimi guasti nell’Austria. Più fortunata per Federico fu la successiva campagna: egli invadeva la Moravia e vi prendeva non poche piazze, senza clic Wenceslao jiotí-sse opporvisi. Senonchè, eccitato da quest’ ultimo, Andrt^ li re d’Ungheria entrava nell’Austria per costringere Federico ad abbandonar I3 Moravia. Egli infatti vi riuscì; ma le forze che Federico opposegli non gli permisero di proseguire la guerra: procurò quindi di venir alla paci, e si ritirò. Federico, invitato da questo principe, si recava qualche tempo dopo in Ungheria, ove fu magnificamente ricevuto; ma la riconciliazione di questi d^c principi non fu punto durevole. Siccome il duca d’Austria continuava a tirar innanzi la guerra in Moravia, Andrea, sempre aderente al re di Boemia, nel 1235 fece in di lui favore una diversione nella Stiria, mentre Wenceslao attaccava 1’ Austria. Federico, pressato da due lati, non trovò migliore partito che quello di domandare la pace, la quale gli venne concessa sotto condizioni che da noi s’ignorano. F’ederico non era troppo morigerato nella sua condotta: avendo violentate più donne viennesi, sollevò contro di se gli abitatori, che lo costrinsero ad uscirne e ritirarsi presso le sue truppe, accampate a qualche distanza. Colale allronto non lo rese punto più saggio: alla licinza egli univa l’avarizia, per modo che spogliò i monasteri de’ suoi stati per