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CRONOLOGIA STORICA
avea costume <li pagare all’abazia di Nonantola. Ugo lasciò il figlio Ubaldo, che morì senza prole, e la cui successione venne agli eredi collaterali, che possedettero in comune la terra di Quarentola. Vediamo in effetto che i discendenti di Manfredi con atto del 11^4 promisero alla comune di Reggio assicurarle la strada da Quarentola a Ferrara; i nomi dei loro rappresentanti sono: Manfredinus Jìlius Bernardi et Bernardus frater Roberti, consules Do-wus filiorum Manfredorum (Alfonso Loschi, Compend. lst. ). La corte di Quarentola cadde poscia alla stessa comune, per poco tempo però, mentre si veggono nel 1198 i discendenti di Manfredi ristabiliti a Quarentola.
     Fu in quest’anno che papa Innocenzo III deputò il prevosto della cattedrale di Modena, con l’arciprete di Carpi, ed un Jacopo di Casale-Ottone, onde aver lumi intorno certa causa portata alla santa sede. 11 prevosto scrisse ai suoi due colleglli procedessero pure senza lui a dare il giudizio, mentre che gli era impedito di sortire da Modena dai discendenti di Manfredi, che tutti i cavalli avevangli tolti onde portarsi al soccorso di Quarentola: Maxime quia non potai Itabere equos, quoniam filli Manfredorum acqui-sierunt omncs equos ut succurrant Quarentulani ( Archiv. Parmense). Gli stessi discendenti di Manfredi, per assodare il loro dominio' e la podestà loro su Quarentola, nel 1221 ebber ricorso a papa Onorio III , rappresentandogli che siccome tenevano la terra dalla contessa Matilde, cosi la riguardavano qual feudo della chiesa, del quale domandavano allora nuova investitura. Un decreto del cardinale legato, vescovo d’Ostia e di Velletri, in data i5 aprile, confermato da un breve pontificale del i3 giugno seguente, accordava la chiesta investitura (Hist. Nonantulae), e malgrado la divisione fatta fra i discendenti di Manfredi delle possessioni ereditate, il dominio di Quarentola coi suoi diritti ed onori rimase indiviso nella loro famiglia fino al principiare dei secolo XIV. Il più distinto ramo di questa casa era quello dei Pico 0 Pisoni, di cui abbiamo già fatto parolai II primo di essi che si conosca, Pisus de Manfredis, nel n54 era podestà a Reggio (Muratori, Rer. llal. tomo Vili, pag. 1073), ed il suo nome Pico divenne poscia patronimico ue’ suoi discendenti. Vediamo uu Enrico Pico