DEI DOGI DI VENEZIA 567 novesi, i quali persuadevano Enrico il Pescatore, conte di Malta, a lare un invasione nell’ isola di Cardia appartenente ai Veneziani. Rcniero però nel 1207 a capo di una flotta, dopo averne scacciati i Maltesi e tolto loro cjuattro vascelli, riprendeva quella capitale; non godeva, pero gran fatto di sua vittoria, mentre moriva nello stesso anno da una ferita riportata in un occhio all1 occasione di una sommossa. Nel 1217 Andrea re d’Ungheria, giunto a Venezia con un esercito, per passare in Terra Santa, ottenne dal senato que1 vascelli che gli erano necessarii. Pietro Ziani morì nel 1229, dopo ventiquattro anni di reggimento. Avea sposata in seconde nozze Costanza, figlia di Tancredi re di Sicilia. Sotto il di lui dogado furono portati da Costantinopoli a Venezia i quattro cavalli di bronzo che si veggono sopra la porta maggiore della chiesa di San-Marco. Questi cavalli, capo d’opera del famoso Lisippo, furono un presente di Tiridate a Nlcrone, il quale facevali collocare a Roma sovra il suo arco di trionfo; donde poi sotto Costantino il Grande furono trasportati a Costantinopoli. Egualmente sotto questo dogado si erigeva il tribnnalc della Quarantia Civile, che giudicava di tutti gli appelli in materia civile. Quello della Quarantia Criminale era più antico. Pietro Ziani fondò a Venezia per le gentildonne una abazia intitolata Monastero delle r ergini, che non riconosceva altro superiore che il doge, il quale vi governava nello spirituale e nel temporale, eleggeva l’abadessa, e la sposava con grandi ceremonie nel giorno ch’ella prendeva possesso (Laugier). GIACOMO TIEPOLO. 1229. GIACOMO TIEPOLO venne eletto doge dal caso, a motivo della divisione dei voti, durante l’ultima malattia di Pietro Ziani. Egli era stato duca di Candia, ove i Greci ribelli di buon ora avcaugli fatto provare travaglio. Nel .1233, avvertiti i Veneziani da Teofilo Zeno, loro podestà a Costantinopoli, d’uu grande armamento fatto da