DEI CAPITANI DI MANTOVA 385 eh’essendo slato convinto di adulterio, fu dai suoi concittadini condannato a perder la testa sopra di un palco; ma Gazata, nella cronaca di Reggio, ci ammaestra invece che egli moriva tranquillamente a Mantova nell’ottobre i382, lasciando .un gran tesoro a Francesco suo figlio, ch’eragli nato da Alda d’Este, figlia di Obizzo III signor di Ferrara. Egli amava estremamente sua moglie, che fu seco lui sotterrata a San-Francesco di Mantova. FRANCESCO I di GONZAGA. i38a. FRANCESCO di GONZAGA, nato nel 1363, succedette a Luigi suo fratello. Questi nel 1385 prendeva a difendere, senza però buon successo, Matteo Viscónti suo cognato contro Giovanni Galeazzo signor di Milano, che tenealo assediato in Rrescia. Nel 1388 egli conchiuse una lega con questo medesimo Giovanni Galeazzo e coi Veneziani contro i Carrara signori di Padova, dai quali in seguito si disunì nel 1391. Francesco nel i38g avea guidata in Francia Valentina Visconti, che si recava a sposare Luigi duca d’Orleans. 1 suoi legami col duca di Milano erano allora sì stretti, che questi avea voluto fargli accettare le sue armi, perchè le portasse inquartate colle proprie (Vedi Equicola , lib. II, pag. 3 e seg.): grande indizio di favore usato dai sovrani in que’ tempi. Francesco avea sposata nel i38o Agnese figlia di Bernabò Visconti. La morte di questa principessa, di cui lo sposo fu accusato di aver affrettata per vendicarsi d’ un adulterio, diede pretesto a Giovanni Galeazzo suo cugino d’intimare la guerra jel i3g7 a Francesco di Gonzaga. Jacopo del Verme, generale di Giovanni Galeazzo, essendo entrato nel mese di aprile con una potente armata nel Mantovano, fu ivi raggiunto da Ugolotto Biancardo governatore pel duca stesso a Verona. Ora Francesco, mal apparecchiato a codesta visita, implorò il soccorso dei Fiorentini, dei Bolognesi e dei Ferraresi suoi alleati, che non gli mancarono all’ uopo. Dopo aver dato il guasto al territorio di Mantova, Biancardo pose l’assedio a Governolo, ove Marsilio Torelli comandava con Guido II suo figlio, che fu poscia sì celebre: ma nel 24 T. XVII 25