DEI DOGI DI VENEZIA ai Veneziani di consegnarglielo, c, sul loro rifiuto, inviava contr’essi un’armata di setlantacinque galere, sotto il comando del proprio figlio Ottone. Ora Ziani mette alla vela, incontra la fiotta imperiale all’ altura di Tirano, le dà battaglia, riporta vittoria completa, e conduce prigioniero in Venezia il principe Ottone. Papa Alessandro incontrava il doge sul lido, mettevagli in dito un anello d’oro, ed abbracciandolo gli diceva : Riguardate questo anello come una catena per ritenere il mare Adriatico in vostro potere, e come un simbolo d’unione conjugale per isposarlo, a fine eh’ esso a voi sia sommesso siccome moglie a marito. Secondo la maggior parte dei moderni scrittori, è questa l’origine del matrimonio del doge col mare, ceri monia che ogni anno nel giorno dell’Ascensione con gran magnificenza si rinnovellava; ma Sigonio, Baronio e Muratori, e più recentemente il Saint-Marc, dicono questo racconto una favola, c provano non esservi stata mai rottura, e molto meno guerra e battaglia, in occasione di papa Alessandro, fra l’imperatore ed i Veneziani; che il doge non impiegò se non se buoni offici per ristabilire la pace fra il sacerdozio e l’impero, e che ebbe finalmente la ventura di riuscirvi. Ed in fatto gli storici del tempo riportano! che l’imperatore essendo giunto a Venezia nel 24 luglio 1177, tre cardinali, accompagnati dal doge e dal senato, si portarono ad incontrarlo al Lido, e lo condussero solennemente fino alla maggior porta della chiesa di San-Marco, e che ivi avvenne la riconciliazione fra esso e papa Alessandro, al quale protestò egli obbedienza, dopo aver rinunziato allo scisma; che questa riconciliazione venne poi confermata nel i.° agosto del seguente anno con un trattato di pace, nel quale si comprendevano anche le città ed i signori i quali aveano portate le armi contro Federico; e che il doge ed il senato di Venezia non entrarono in questo accomodamento se non quai mediatori. Non vogliamo negare che papa Alessandro abbia concesso ai Veneziani la proprietà dell’Adriatico, come accordava la signoria dell''Irlanda al re d’Inghilterra; ma non rimane alcun documento di autista concessione, anzi e si conosce la risposta data dal-Tambasciator veneziano a papa Giulio II, il quale chiede-vagli a qual titolo s’attribuisse la repubblica il dominio