DEI DUCHI DI SAVOJA a49 aggiudicatari. Nel i6a5 il duca di Savoja ed il contestabile di Lesdiguieres entrarono nello stato di Genova, e ne sottomisero molte piazze; ma essendosi la discordia cacciata fra loro, nel 1626 divenne funesta alle loro operazioni. Essi fecero la loro ritirata, ed i Genovesi ne profittarono per rientrare in possesso delle piazze che aveano perdute. Carlo Emmanuele volgeva tuttavia continuamente lo sguardo sopra questa repubblica: nel 1627 favoriva la congiuntura di Vacherò contro i nobili di Genova, ma questa venne scoperta, ed il duca, avvertito che si stava ultimando il processo di Vacherò e de’suoi complici già arrestati, fece rinchiudere tutti i prigionieri genovesi clic si trovavano in sua mano, assicurando che le vite Joro risponderebbero per quelle dei congiurati. Egli per altro non ebbe la barbarie, dopo il supplizio di questi ultimi, di venirne alPesecuzio-ne. ¡Ma nello stesso anno, dopo*la morte di Vincenzo II duca di Mantova, Carlo Emmanuele si dichiarò a favore della casa austriaca nella guerra cagionata dalla successione di questo principe, e contava di riceverne in sua porzione il Monferrato, che gli era sfuggito di mano dopo la morte del duca Francesco, ma questa volta le sue speranze restarono deluse. Le incertezze di Carlo Emmanuele, che fluttuava tra la casa austriaca e la Francia, determinarono Luigi XIII ad intimargli la guerra: la Savoja con una parte d,el Piemonte gli venne rapidamente tolta dal duca di Montemo-renci e dal marchese di Effiat. Vicino a vedersi interamente spogliato, egli mori di dolore nel 26 luglio i63o a Savillano, ov’erasi recato per dar opera a certe fortificazioni: principe, dice un moderno, troppo inquieto per essere deplorato da’suoi sudditi, troppo infedele per venir com- fiianto dai suoi collegati. Era egli così simulatore, che so-eva dirsi essere il suo cuore inaccessibile come il suo paese, liimahgono di questo principe quattro monumenti del suo gusto per le lettere e delle sue cognizioni, cioè la biblioteca di Turino, il libro dei Paralleli, il grande Araldo, e V Iconoscomia. Aveva egli sposata nell’ 11 marzo i585 Catterina, figlia di Filippo II re di Spagna, mancata nel 6 novembre i5c)7, dopo che gli ebbe partoriti, fra gli altri figli. Vittore Amedeo che or seguita; Emmanuele Filiberto,