DEI VESCOVI ED ARCIVESCOVI DI RIGA i3 di Livonia, per lo quale Riga tlovca tornare sotto la giurisdizione dell’arcivescovo, che in ¡scambio affrancava i mastri di Livonia dal giuramento eh’erano tenuti a prestargli all’epoca del suo innalzamento. Nel i366 segui nuovo accordo, che ultimava quanto crasi solamente intavolato a Danzica: per esso il mastro di Livonia rimetteva agli abitatori di Riga il giuramento da loro prestatogli, e cedeva la giurisdizione all’arcivescovo di questa città, riservandosi solamente il comando delle armate, ed anche coll’assenso dell’arcivescovo: d’altra parte poi riuunziava il prelato ad ogni sua pretensione sulle fortezze possedute dall’ordine, e scioglieva i mastri di Livonia dall’obbligo di prestare il giuramento al loro entrare in ufficio, quanto ai dominii che tenevano dalla chiesa di Riga . Nello stesso anno l’imperatore incaricò i re di Danimarca, di Svezia, di Norvegia e di Polonia, nonché i duchi di .Stettin e di Mecklcmburgo ad assumere in di lui nome la tutela della chiesa di Riga. Vromoldo morì nel i36g a Roma, e venne sepolto nella chiesa della Vergine, oltre il Tebro. XIII. SIGEFREDO. i36g. SIGEFREDO di BLOMBERG, gentiluomo livo-niano e canonico della chiesa di Riga, succedette all’arcivescovo Vromoldo. Comeché papa Gregorio IX avesse già sottoposti i canonici di Riga alla regola dei Prcmontrés, cotale ordinanza" non avea probabilmente sortito il suo effetto; perocché *hel i3ji Gregorio XI la rinnovava ad istanza dell’arcivescovo. Codesta ordinanza formò nuovo soggetto di controversie; giacché i cavalieri sostenevano che i vescovi di Livonia dovessero vestir l’abito dell’ordine; e come erano molto inaspriti dall’una parte e dall’altra, i cavalieri s’impadronirono di una parte dei beni dell’arcivescovado. Sigefredo, osservate tali cose, prese il partito di recarsi ad Avignone, ove morì nel i3j3, e venne sepolto nella chiesa dei Domenicani.