DEI CONTI DI GUASTALLA 43q rendita delle porzioni di Guastalla di lor proprietà, ed infatto Marcantonio nel 28 luglio dello stesso anno, e Pier Maria conte di Settimo nel 20 dicembre dell’anno seguente, gli cedettero i rispettivi loro diritti; cosicché vide egli in sè riunito, supposta legale la vendita fatta dalla contessa Lodovica, ciò che non viene da tutti i pubblicisti accordato, ogni loro diritto 0 pretensione. Ferrante molto destramente condusse la rivoluzione Ji Piacenza, che nel io dicembre 1547 fin‘va con la ca" tastrofe dello sventurato Pier Luigi (V. il suo articolo nei luchi di Parma o Piacenza) In frattanto i suoi nemici tentavano farlo cadere dalla grazia dell’imperatore. Giovanni di Luna castellano e Francesco Taverna cancelliere di Milano, abusando di alcune carte da lui segnate in bianco, lo accusarono d’aver voluto abbandonare ai Francesi la città di Milano. Spogliato all’istante del suo governo, lu costretto di portarsi nel i554 alla corte di Carlo, onde presentare le sue giustificazioni: l’imperatore, coti diploma dato a Bruxelles il 10 giugno 1555, dichiaravalo innocente, t per risarcirlo dell’ingiusta persecuzione faceagli dono di Val-San-Severino nel regno di Napoli, già confiscato al prin-(ipe di Salerno, e nel 27 marzo del seguente anno lo abilitava a succedere nella contea di Novellara. Di più diede ordine che venisse rimborsato delle somme da lui già date a prestanza per le spese della guerra, e coronò tante be-neicenze intitolandolo presidente dell’aulico consiglio. Sebbene tante grazie non consolavano Ferrante della perdita del milanese governo, vinceva egli nondimeno ogni mal’a-nimo, e nel i55y combatteva per Filippo II re di Spagna alla famosa battaglia di San-Quintino, che fu l’ultima sua impresa. Una notte sortito dal campo onde riconoscere la piazza, cadde da cavallo, e trasportato a Bruxelles, morì nel i5 novembre dello stesso anno. Egli ebbe da Isabella, figlia di Ferdinando duca di Molfeta, da lui sposata nel i52g, cinque figli e una figlia: Cesare che segue; Andrea principe di Melfi; Francesco e Giovan Vincenzo, cardinali, il primo nel i56g c il secondo nel 1576; Ottavio, che acquistava grande riputazione nelle armi; ed Ippolita, che sposò Fabrizio Colonna, figlio di Antonio Caralla principe di- Stigliano.