DEI CONTI DI GUASTALLA ^3 berlo Pii principe di Carpi, la quale poco dopo gli fu rimandata. Cristoforo, clic trovavasi pur egli lontano, ritornava, ed entravano i due fratelli in possesso dei paterni domimi; dopo ciò Pier Guido nuovamente partiva, ed al servigio dello Sforza, che continuava allora ad assediare Milano, se ne tornava. Divenuto Io Sforza signore di questa città c proclamatone duca, confermò i privilegi dei due fratelli, i quali governarono indivisi gli stati paterni. Sembra che gli statuti estesi a Guastalla,.e che a’giorni nostri vengono pure osservati, in quest’ epoca avessero origine. Nel I/J53, rinnovatasi la guerra fra lo Sforza e i Veneziani , Cristoforo pel primo assediava Mancrb'io , e , ad onta della lunga*e vigorosa difesa oppostagli, se ne impadroniva; senoncbè, di breve, dopo aver sostenuto per tre interi gionti un fiero bombardamento, si vide obbligalo di renderla a Jacopo Piccinino. * * Ora l’unione tra i due fratelli rompevasi. Pier Guido la divisione della paterna eredità a Cristoforo richiedeva, ed ottenevala, ad eccezione però dei feudi che in comune ecser dovevano posseduti, e delle cittadelle di Guastalla e di Montechiarugolo, ove fu convenuto avrebbe ognuno di loro un separato domicilio: ciò si statuiva nel 3o gennaio dell’anno i¿J55. Pochi giorni dopo il famoso capitano Jacopo Piccinino, toltosi dal servigio dei Veneziani, gettavasi co’suoi venturieri nella Toscana, qj] assediava Siena. Il duca di Milano, amico de’Senesi, scelse tra’suoi alleati il conte Cristoforo onde soccorrerli. Durante la costui lontananza, Pier Guido, associatosi un capitan di ventura nominato Francesco di Montiglio, s’avvicinò, verso la metà del luglio, a Montc-chiarugolo, e ne domandò le chiavi a Simonc di Carcano, castellano postovi di comune avviso dei due fratelli; nè avendo potulo ottenerle, per non esser egli il solo signor della piazza, colla violenza gliele toglieva. Aggiungeva poi a Simone un altro castellano per la custodia di Montechia-nigolo, e dava ordine alla guarnigione (ti obbedire al solo Montiglio. La contessa Taddea Pii ,• sposa di Cristoforo , chiesto d’entrar nella cittadella, ne avea dal Montiglio un rifiuto. Il di lei marito dalla Toscani, ove allora trovavasi, lece giungere i suoi lagni al duca di Milano, il quale gli