DEI DOGI DI VENEZIA 6o5 ponte, detto di Rialto, del quale molto si vanta l’arditezza (però il suo spaccato, di ottantanove piedi, non è che poco più della metà di quello del ponte di Brioude il quale è di piedi centosettantadue); e nel 1si costruiva la fortezza di Palma-Nova nel Friuli, dieci miglia da Udine ed otto da Marano, per arrestare le incursioni turchesche. Pasquale Cicogna, mori nel 2 aprile i5g5. MARINO G R I M A N I. i595. MARINO GRIMANI v^nne eletto nel 26 aprile. Nel 1600 Enrico IV, sulla richiesta del suo ambasciatore, fu inscritto nel libro d’oro, col diritto di trasmettere questa prerogativa a tutta la sua posterità. Nel i6o5 ebbe principio la famosa contesa tra papa Paolo V e la repubblica di Venezia. Tre ne erano i motivi: l’imprigionamento di un canonico di Vicenza e dell’abate di Nervesa, ambidue accusati di non so che delitti per ordine del consiglio dei dieci; i.° la rinnovazione d’un decreto, con cui il senato proibiva agli ecclesiastici di acquistar beni-fondi ; 3.° la proibizione fatta dal senato nel i6o3 di fabbricare nuove chiese senza suo permesso. Ora il papa scriveva nel 10 dicembre due brevi al doge Grimani, con uno dei quali il senato voleva che rivocasse le due leggi, e coll’altro intimava fossero rimessi fra le mani del Mattei, suo nunzio a Venezia, i due ecclesiastici detenuti, e tutto ciò venisse eseguito sotto pena di scomunica. Presentati codesti brevi nel giorno di Natale dal nunzio ai consiglieri della signoria, mancante il doge, che trovavasi agli estremi di vita, e che morì infatti l’indomani, si stabilì di aprirli, secondo il costume, dopo la elezione del nuovo doge. Marino Grimani aveva sposata Morosina Morosini, la quale fu coronata nel 15g5, e fu l’ultima dogaressa che ottenne tale onore; dacché in seguito le consorti de’dogi non erano più riguardate se non se come le prime gentildonne dello stato, nè parteciparono più degli onori nè degli emolumenti dogali. Q