DEI VESCOVI E PRINCIPI DI GINEVRA 1J7 tieta presterebbe in sua mauo giuramento di fedeltà, in-* fine che questa nuova moneta impedirebbe il corso della vecchia, cioè di quella del vescovo in tutta l’estensione della sua diocesi (Sport.) tom. II, n.° XXX). AMEDEO II conte del Ginevrino, dopo avere steso il suo testamento nell’ottobre i3o6, cessò di vivere a’22 mag-gio i3o8, e venne sepolto a Montagnì. Sopravvissegli la moglie, Agnese di Chalon, almeno fin al 18 ottobre del i35o, epoca del suo testamento. Dal loro matrimonio uscivano tre figli, cioè Guglielmo, che verrà in appresso; Amedeo vescovo di Toul; ed Ugo signore di Anton, in forza del primo suo matrimonio con Isabella, dalla quale gli nacque Aimone, che mancò senza posterità: e Beatrice, che sposava Federico marchese di Saluzzo. GUGLIELMO III, figlio maggiore di Amedeo II e di lui erede nella contea ginevrina, crasi già ammogliato fan dal settembre del 1297 con Agnese figlia di Amedeo V conte di Savoja. Preferendo egli suo padre, per naturale impulso, al suocero, avea prestato appoggio al primo nelle sue controversie contro dell’altro; ma dopo averlo perduto, riconciliossi col conte di Savoja, cominciando a rendergli: omaggio; dopo di che conchiuse con esso un trattato nel castello della Speranza nel Delfinato a’10 novembre i3o8j in seguito al quale scrisse a tutti i signori che dà lui dipendevano per invitarli a rendergli il servigio che gli dovevano ed anche a dichiararsi contro di lui nel caso che avesse violati gli articoli che avea stipulati con questo conte* Nulla sembrava meglio provare la sincerità di quest’omaggio, e nulla in seguito lo smentì. Il vescovo di Ginevra, annoiatosi del suo esilio, cercava intanto i modi di rientrar con onore nel suo paese-Ma la fazione savojarda, dominando sempre mai a Ginevra, opponevasi al suo ritorno. Invano egli impiegava i mezzi della riconciliazione per ottenerla: dovette finalmente ricorrere alle vie giuridiche e far citare i ribelli innanzi all’arcivescovo di Vienna. Egli procedette ancora più oltre; fulminò contro di essi una sentenza di scomunica, ed in tal modo, dice Spon, li fece condiscendere a’suoi voleri, T. XVII. 12