DEI CONTI DI GUASTALLA godettero che soli venti anni; perocché Riccardo di San-Bonifacio signor veronese, gran partigiano de’Guelfì, venne a capo coll’arle e colla forza di toglier loro nel 12/Ì7 Guastalla e Luzzara. Ben tosto furono però rendute dal famoso Ezzelino che le aveva riprese. Gilberto di Correggio, uno dei più potenti nobili di Parma, avendo rappacificate le turbolenze che agitavano, questa città restituendovi le famiglie guelfe che vi si erati scacciate, meritò per questo servigio di venirne prpclamato nel i3o5 assoluto signore. Azzone VIII d’Este non vedea senza invidia questo accrescimento di potere: ed insorta quindi una guerra fra lui e Guido , i Cremonesi si spiegarono per il primo. Senonché avendo Gilberto tratti nel suo partito i Mantovani, uscì da Parma nella vigilia di san Bartolomeo dell’anno i3oj capitanando le sue genti, e pose a guasto le terre del Cremonese. Quei di Guastalla, per causare (tn simile trattamento, offerirono allora obbedienza al vincitore, che si recò tostamente a prender possesso del' lor territorio. Frattanto Gilberto, temendo che i Cremonesi non tornassero ad assalire Guastalla, ne fece riempier le fosse, abbattere le mura e distruggere interamente il terrapieno. Ciò che egli aveva preveduto in fatto avverossi : i Cremonesi unitisi nel i3oìi coi Lupi e coi Rossi, ch’egli aveva sbanditi da Parma, scacciarono lui medesimo da questa città, ed in seguito rientrarono senza pena in Guastalla, ove • si fecero prestar giuramento dagfi abitanti. Ma gli Scaligeri ed i Bonacolsi, che sostenevano Gilberto di Correggio, accorsero ben tosto coi Veronesi e coi Mantovani, e per ga-sligare gli abitatori di aver -abbandonato il loro signore dandosi ai Cremonesi, saccheggiarono la città, ed in seguito la lasciarono sotto l’obbedienza di Gilberto. Era allora Clemente V che occupava la santa sede: ora Gilberto di Correggio, dopo avergli testificato un grande afffczionamento, cominciò a lasciarsi vincere dai Ghibellini al punto della venuta dell’imperator Enrico VII in Italia, l’anno i3io, il quale lo armò cavaliere in Milano il giorno dell’Epifania dell’anno i3ii con centosessanta altri signorie nobili del paese. In quest’intervallo *i Cremonesi si erano insignoriti d^i Guastalla, che alcuni traditori loro aveano data in mano. Gilberto allora si dichiarò decisamente per l’imperatore, il