DEI VESCOVI E PRINCIPI DI GINEVRA 187 sori di mantenere ed osservare le antiche prerogative e costumanze della chiesa e della città (Sport, tom. II, n.° XLV111). Il conte di Savoja, fondandosi sul suo carattere di vicario dell’impero, tentò di esigere da esso pure un egual giuramento per lo temporale del vescovado: senonchè l’impe-rator Sigismondo, avvertito di tale esigenza, dichiarava con suo rescritto del 20 novembre indirizzato al conte stesso, che a lui solo come capo dell’impero spettava il diritto di investire il vescovo di Ginevra delle regalie della sua chiesa (Sport, ibid., n.° XLIX). Il conte Amedeo vi si sottomise, e con sua dichiarazione del 29 agosto i4'4 r>" conobbe di tenere dal vescovo la permissione di risiedere a Ginevra col suo consiglio c di esercitarvi la giurisdizione sui propri sudditi (e non già su altri) che si ritrovavano in questa città. Il prelato recatosi ad Aix-la-Chapelle, ivi intervenne nell’8 novembre seguente all’incoronazione dell’imperatore, ed in seguito lo accompagnò al concilio ^di Costanza, e di là in Ispagna. Il nuovo pontefice Martino V, ritornando da Costanza, ov’era seguita nell’ 11 novembre 14• 7 la su® elezione, giunse nell’11 giugno 14»S a Ginevra, accompagnato da quindici cardinali e da Amedeo, cui l’imperatore nel 16 febbraio 1417 avea creato duca di Savoja. Durante il suo soggiorno in questa città, egli traslatò il vescovo Berlrandi all’arcivescovado di Tarentasia, e alla sede di Ginevra nominò in concistoro GIOVANNI di PIEKRE-CISE, ovvero di ROCCA-TAGLIATA, il quale poi dovette difendersi contro gli artifizi del duca di Savoja, che in una memoria presentata al pontefice chiedeva la metà del dominio di Ginevra, da possedersi per indiviso, in cambio del diritto che aveva in essa città e di alcune piazze che possedea nei dintorni. Quest’affare però, quantunque vivamente incalzato dalle istanze del duca, riuscì vuoto d’efletto, attesa la prudenza e la fermezza di Giovanni, spalleggiato da tutti gli ordini della città, che avea più volte adunati a tale proposito. Questo vigoroso pastore fu rapito alla chiesa di Ginevra nel ò febbraio 1422 dagl’inglesi, che allora dominavano in Francia, per collocarlo sulla sede di Roucn, d’onde in seguito passo a Besancon e pervenne al cardinalato. Giovanni di CDUIiTE-CUISSE, confessore del re Carlo VI, spogliato dagl1 Inglesi