DEI VESCOVI E PRINCIPI DI GINEVRA 167 terminava nel 1268 al più tardi ad abbandonare il vescovado per tornarsi in seno di essa, ove mori, secondo i signori di Sainte-Marthe, nel 1275. \ AIMONE di MENTHONAI fu il successore di Ulrico, ossia Enrico, nella sede di Ginevra. Pietro conte di Savoia dava a lui un singolare segno di confidenza, nominandolo esecutore del suo testamento in data 6 maggio 1268; ed 'Agnese di Faucigni, vedova di questo conte, gli affidava anch’essa l’esecuzione di un codicillo, che aggiunse nel 9 agosto dcll’.anno stesso al suo testamento. Noi lo troviamo presente alla celebrazione del matrimonio del principe Ama-deo di Savoja, che fu poscia conte, quinto di questo nome, con Sibilla di Baugè, ch’ebbe luogo a’5 luglio 1272 nel castello di Chillon nel paese di Vaud. Fu dalla morte rapito nel 1281 al più tardi. AIMONE III, figlio maggior di Rodolfo conte del Ginevrino, era già possessore di questa contea, sia per rinunzia, sia in forza della morte del genitore, nel 1268, siccome il comprova un atto steso la vigilia di Natale di codesto anno, con cui riconosceva di aver ricevuto dal priore della certosa di Mairia la somma di trentasei lire viennesi per la concessione eli’esso avevagli fatta delle pasture di Varei (Bibl. Sebus., pag. 247). ROBERTO di GENEVOIS, zio del conte Aimone III e figliuolo del conte Guglielmo II, salito nel 1282 sulla sede di Ginevra, obbliò agli interessi della sua chiesa per favorire le ambiziose mire di suo nipote. Avendogli pertanto ceduta la custodia di tutti i castelli del vescovado, sollevò con questa perfida condotta tutta la città di Ginevra, che da lungo tempo viveva in una perfetta armonia co’suoi vescovi. Vedendosi dunque in procinto di trovarsi soggetta alla casa di Roberto, non trovò altro partito da prendere per sottrarsi dal giogo di cui era minacciata, che gettarsi fra le braccia del conte di Savoja, il cui interesse opponevasi all’ingrandimento di questa famiglia, in ogni tempo rivale della sua. Amedeo V, che regnava a’que’giorni in Savoja, accolse con allegrezza i deputati di Ginevra^