DEI DOGI DI VENEZIA MARINO ZORZI. 1311. MARINO ZORZI succedétte a Pietro Gradenigo nel 12 agosto (Muratori) in età molto avanzata; e mori, dopo aver governato circa dieci mesi, sul finire del giugno i3i2, lasciando fama di pietoso c caritatevole. GIOVANNISORANZO. 1312. GIOVANNI SORANZO, di nobilissima famiglia, ma d’indole dolce e moderata, venne eletto nel i3 luglio. Egli avea comandato alla presa di Ferrara nel i3o8, ed era stato nominatamente compreso nella bolla di scomunica contro i Veneziani, dalla quale non venivano assolti che nel 14 gennaio i323 dopo preghiere molte e molte sommissioni, ed a loro amarissimo costo, mentre dovettero esborsare a papa Clemente V centomila fiorini d’oro, ed assoggettarsi ad umiliazioni vilissime. Bisognò che la signoria inviasse per riceverla un ambasciatore ad Avignone, ove tro-vavasi il pontefice. Prima di cominciare la cerimonia dell’assoluzione, si obbligò l’ambasciatore di porsi al collo un collare come quello dei cani, e i gran penitenzieri lo condussero con una corda attaccata alla vera del collare, fino a’ piedi del papa, al quale domandava perdono. Questo ambasciatore fu N. Dandolo, la quale famiglia ancora sussiste a Venezia e vi è distinta col soprannome di Dandolo del Cane. Giovanni Sorauzo morì sul finire del dicembre i327. FRANCESCO DANDOLO. i328. FRANCESCO DANDOLO, soprannominato CANE, succedette a Giovanni Soranzo nell’8 gennaio. Mastino della Scala signore di Verona , la quale era stata tolta ai C&ri*ara di Brescia, Vicenza ec. dal padre suo Cane della Scala, entrò in discordia Coi Veneziani Panno 133f>, a motivo delle saline da lui stabilite a Bovolenta, vicino le lagune. Egli deputava al senato Marsilio Carrara,