384 CRONOLOGIA STORICA la sommissione di Aversa, i cui abitanti si diedero volort-* tariamente. Superbo di tale successo, l’esercito ungherese avanzavasi verso Napoli. Ora essendosi sparsa una falsa voce essersi messa in questo esercito la discordia fra gli Ungheresi e i Tedeschi, i Napoletani, ingannati, sortirono dalla città in folla per dar battaglia al nemico; ed invano il re Luigi volle arrestarli. Si venne alle mani nel G di giugno 1349: i baroni napoletani alla ti'sta delle loro bande cominciarono con gran coraggio l’attacco, ma vennero sì ben ricevuti, che in poco tempo una generale rotta fu il premio della loro temerità. Fra i prigionieri, si contò Roberto di San-Severino, Raimondo di Baux, il conte di Armagnac, ed una gran parte dei nobili napoletani. Dopo tale vittoria gli Ungheresi, avvanzatisi fino alle porte di Napoli, obbli» garono gli abitanti a pagare ventimila, fiorini (Muratori, yJnn., tom. Vili, pag. 263). Tale era lo stato degli affari di Napoli, mentre che in altri luoghi del regno la guerra continuava con vario successo. Il partito del re d’Ungheria, dopo la rotta dei Napoletani, sembrava aver preso il di sopra, allorché l’anno i35o, la fortuna tutt’ad un tratto volgevagli le spalle per l’infedeltà dei Tedeschi, comandati dal duca Garniero. Fu in Aversa che questi cominciarono a sollevarsi, in oc-» casione che loro non venivano saldate le paghe. 11 vaivoda Stefano, generale dell’armata ungherese, onde acquetarli, abbandonava loro i prigionieri napoletani, perchè si rimborsassero col loro riscatto. Gravina racconta che questi barbari impiegarono varii tormenti onde costringerli a pagar loro centomila fiorini d’oro, ed il doppio, secondo il ViU lani. Nè ciò bastando per completare il pagamento che pretendevano, risolvettero di far prigioniero lo stesso vaivod.», ciocché avendo questi saputo, partiva in una notte con tutti gli Ungheresi per ritirarsi a Manfredonia. Allora i Tedeschi, rimasi padroni di Aversa e di altre piazze, conclusero una tregua con Luigi di Taranto ed i Napoletani, mercè una somma di centomila fiorini che ricevettero; ed altrettanto denaro fu loro promesso se avessero voluto cedere allo stesso re Luigi Aversa, Capua ed altre piazze. Ma finalmente mancando i Tedeschi di viveri, ri ti raronsi da Aversa, e deposero questa città nelle mani del cardinale di Ceccano