DUI COMI L PRINCIPI DI CAPIJA i5t a papa Stefano V, onde prestargli omaggio a titolo di vassallo, ed offrirgli di pili la restituzione di Gaeta, di cui da qualche tempo crasi impadronito. Atanasio, vescovo di Napoli, sempre divorato dall’ambizione, non potè vedere senza rancore Atenulfo, da lui fin allora favorito, pacifico possessore di Capua; e raccolta gran masnada di Greci, Napoletani e Saraceni, venne alla lor testa nell’ 888 a fare una irruzione nel Capuano. Atenulfo, ricevuto un rinforzo da Aione duca di Benevento, e congiunta alle sue milizie una truppa di Saraceni, non temette di andare incontro al nemico. Incontratisi i due eserciti presso al Clanio, avvenne fra loro battaglia, in cui i Saraceni dei due partiti rimasero spettatori, senza fare il menomo movimento. La vittoria dichiarqvasi per Atenulfo, e così splendida, che Atanasio si trovò costretto a domandare la pace, che gli venne accordata per un anno, mercè I’csborso di diecimila soldi d’oro e la cessione di alcune piazze. Non durava essa che dodici giorni: le genti di Atanasio e quelle di Atenulfo ricominciavano a devastar le campagne; però i Capuani, divenuti più forti pel soccorso dei Saraceni, coi quali eransi collegati, rendevano ad usura il. male che riportavano dai loro nemici. Aione principe di Benevento, assediato in Bàri dai Greci comandati dal patrizio Costmtiuo, spedì pressanti lettere ad Atenulfo chiedendolo di soccorso; ma questi, in vece di arrendersi alle di lui istanze, stipulò col patrizio un trattato, nel quale con ve invasi che Costantino cconlerebbe la pace ad Aione, a patto che qtiesti gli cedesse Bari. Il principe di Benevento sottomettevasi a tale condizione con gravissimo rammarico, e pieno di rancore ritornavasene nel-ì’888 alla sua capitale (Muratori, Annali, t. VI, pag. 188). Atenulfo aveva fin d’allora delle viste sul principato di Beneventq, che effettuava poi nel 900, mercè il debole reggimento del principe Radelgiso; e le violenze esercitate in di lui nome dal ministro Virialdo. Più famiglie nobili da lui bandite ritiravansi in Capua, ed eranvi accolte da Atenulfo con incantevole generosità, sì che i Beneventani, instruiti di tali buone accoglienze, si affrettavano a spatriare ed a recarsi in Capua. Nejle conversazioni che i principali rifuggiti ebbero con lui, gli mostravano vivissi-