DEI RE DI SICILIA uomini, nella pianura di Bordeaux. Carlo senza riflettervi accettava la sfida (i), e prometteva trovarsi alla testa de’suoi cento cavalieri, nel i.° del seguente luglio, al luogo indi« cato. 11 pontefice, informato da Carlo stesso di tale risoluzione, la biasimò altamente, e fece ogni tentativo onde impedirne l’esecuzione; e in una lunga lettera scrittagli su tale soggetto dimostrogli essere la trista situazione nella quale il di lui rivale trovavasi, che avevaio spinto a proporre un tal mozzo onde terminare la guerra, poiché la propria debolezza e quella dei ribelli sentiva, i quali tremavano al solo avvicinarsi di fiorente esercito; accettar questa sfida essere lo stesso che perdere tutto il vantaggio clic aveva già sull1 Aragonese, il quale diveniva cosi suo eguale; allontanarsi dalla Sicilia, era esporsi al pericolo di ruinare tutti i suoi affari; essere un falso punto d’onore il mantener la parola data, quantunque confermata con giuramento, dacché un tal giuramento temerario era ed opposto al bene della chiesa e dello stato, e quindi non obbligatorio in nessun modo, c che in ogni caso egli ne lo assolverebbe, anzi e proibirebbe sotto pena di scomunica lo osservarlo. Scrisse anco al re d’Inghilterra, allora signore di Bordelais, onde pregarlo di non permettere tale combattimento sulle di lui terre avvenisse (Ilainaldi, ad ann. 1283). Ma Carlo era troppo ostinato sul falso punto di onore, per arrendersi alle ragioni espresse dal papa in questa lettera, le quali poscia rappresentavagli a viva voce, in una conferenza che ebber fra loro. Determinato a mantenere la promessa, scrisse al re di Francia, suo nipote, pregandolo di fargli fabbricare a Parigi un’armatura completa per lui e per le genti che dovevano con lui combattere; ciò che prontamente veniva eseguito. Egli parti poscia, lasciando la reggenza del regno al principe di Salerno, suo primogenito, ed il comando dell’armata ai conti d’ Alencon d’Artois. Giunto a Parigi, passava poscia a Bor- (1) Sono discordi gli istorici, quale fosse dei due re il provocatore. Quei di Aragona pretendono che fosse il re Carlo: “ ma olire il non essere verisimile, dice Burigni, che lale proposizione sia venula dal principe più potente, papa Martino IV posi li va meni« assicura che il re Pietro fece il primo la proposizione del duello