294 CRONOLOGIA storica un grande armamento, nel quale imbarcossi, con Roberta duca di Calabria e Raimondo Berengario suo fratello, per la Sicilia. Discqso nell’isola, rendevasi signore, per tradimento, di alcune piazze, ed altre ne assediava, ma s^nza successo, mentre Federico balestrava la di lui armata eoa improvvise scorrerie e le tagliava i viveri. E bene operava questi usando tal maniera di guerreggiare, incapace come era, per le deboli forze, di far "testa al nemico; secondato dalla mortalità che si introdusse fra i cavalli dell’armata di Carlo di Valois, egli lo riduceva al punto di ricercare egli stesso la pace, col consentimento di Roberto duca di Calabria. Abboccatisi i tre principi, convennero che Federico sposerebbe Eleonora, terza figlia del re Carlo, e possederebbe il regno di Sicilia a condizione che dopo la sua morte questo regno tornerebbe al re Carlo ed a’ suoi discendenti, e che i prigionieri fatti sopra Federico gli sarebbero resi, e*che egli renderebbe a Carlo le piazze conquistate in Calabria. Còsi terminava pel momento il grande aliare della Sicilia. I politici non mancarono di far glose a questa pace, dicendo che Carlo di Valois era venuto cl Firenze per rimettervi la pace, e che invece avevaia lasciata in guerra, e che giunto in Sicilia per farvi guerra, se ne era tornato dopo avervi fatta una vergognosa pace. Passò un anno prima che Bonifacio Vili volesse approvare il trattato di cui abbiamo ora parlato; ma alfine vi annuì, mediante un censo annuo di quindicimila fiorini d’oro che Federico obbligavasi di pagare alia santa sede. Federico allora, di consentimento del re Carlo, cominciò a prendere il titolo di re di Trinacria, in luogo di quello di re di Sicilia, e celebrò le sue nozze con Eleonora, figlia di quest’ultimo, a Messina, nel maggio i3oa. Ma dopo la morte dell’imperatore Enrico VII, avvenuta nel i3i3, Federico lasciava il titolo di re di Trinacria e riprendeva quello di re di Sicilia nell’agosto 1314- Ora ricominciò la guerra fra esso ed il re di Napoli, il quale avendo intrapreso l’assedio di Trapani, vi trovò così vigorosa resistenza, che dovette passare inutilmente tutta la rimanènte campagna davanti questa piazza. Sopraggiunto l’inverno, non avendo i Napoletani luogo ove porsi al coperto della pioggia, mancando loro i riveli, e le malattie, necessaria conseguenza