DEI GRANDUCI!! DI TOSCANA « Morendo, dice Muratori, lasciò il più. acerbo ram-» manco nel core de’suoi sudditi. Principe magnifico, glo-» rioso per insigne pietà, per saggezza di reggimento, per n protezione accordata alla giustizia, per favori a larga mano » versati ai dotti, e per ogni altra egualità costituente 1’ ot-» timo principe ». Tale ritratto fa il contrasto o poco meno di quello che dello stesso principe traccia il Galluzzi. GIOVAN GASTONE de’ MEDICI. 1733. GIOVAN GASTONE, figlio di Cosimo III e di Margherita Luigia di Borbone-Órleans, che nacque nel 24 maggio 1671, e prese in moglie nel 2 luglio 1697 Anna Maria di Sassonia-Lawemburgo, vedoya di Filippo Guglielmo di Baviera, elettor palatino, succedette al granducato.di Toscana. Siccome egli non avea figli, egualmente che il duca di Parma suo più prossimo parente, così videro essi disporre della lor successione lungo tempo prima della lor morte. Nel 1725 ai 3o di aprile, l’imperatore ed il re di Spagna stipularono a Vienna un trattato, col quale la sue« cessione eventuale del granducato di Toscana e dei ducati di Parma e Piacenza fu assicurata all’ infante don Carlos, come erede dei diritti di Elisabetta Farnese sua madre, la quale era nipote,- per parte del di lei padre Odoardo, di Ranuccio II duca di Parma. Nel 3 ottobre ij35 fu concluso un nuovo trattato tra l’imperatore, la Francia e la Spagna, pel quale Francesco duca di Lorena e di Bar avrebbe in luogo di don Carlo la successione eventuale della Toscana, in cambio de’suoi ducati, che cederebbe a Stanislao re di Polonia. Giovan Gastone chiedeva scherzosamente, se gli venisse poi dato anche un terzo erede, e qual figlio la Francia e l’impero volessero dargli” per successore. Egli morì nel g luglio 1737. u Principe, dice Muratori, di g'ran saviezza ed affa-» bilità, e zelantissimo pel bene dei sudditi. Quantunque » la mal ferma salute obbligasselo quasi sempre in casa ” od a letto, egli ebbe cura, mercè la scelta di saggi e ” disinteressati ministri, di far osservare esatta giustizia e » di scemare le imposte » . Il Galluzzi egualmente ce Io di*