DEI RE DI NAPOLI ROBERTO, detto il SAGGIO ed il BUONO. i3ot). ROBERTO duca di Calabria, terzo figlio di Car- lo II, da cui era stato instituito proprio erede, gli succedette a preferenza di Caroberto, figlio di Carlo Martello, di lui fratello maggiore, avendo deciso i giurisconsulti che la rappresentazione non aveva luogo nel regno di Napoli. Ca-roberto a malincuore sofleriva tale preferenza, che riguardava come un’ ingiustizia, ed inviava ambasciatori alla corte di Avignone per trattarvi la propria causa; senonchè Pambasciatore di Roberto vi difendeva quella del suo signore con tanta energia, che papa Clemente V pronunciò in di costui favore. Roberto seguiva dappresso il proprio ambasciatore, e veniva coronato in Avignone, nel giorno di domenica, 3 agosto i3oq. Lasciò egli la Provenza, dopo avervi statuito utili regolamenti, e giunse in Italia sul principiare del giugno 131o. 11 di lui arrivo colmava di gioia i Napoletani i quali avevanlo già veduto saggiamente governare sotto il regno del padre suo. Nel i3ii il papa nominollo suo vicario nella Romagna, onde opporlo all’imperatore Enrico VII, il quale, essendosi recato sul finire del precedente anno in Italia con forze considerabili, non trovava malagevole di ristabilirvi la propria autorità. Nel i3i2, Roberto, informato che questo principe recavasi a Roma onde farsi coronare, inviò Giovanni, suo fratello, principe di Mo-rea, con buona mano di truppe, per impadronirsi del Vaticano e di tutta la villa Leonina, sicché l’imperatore vi-desi obbligato a farsi coronare a San-Giovanni in Laterano. I Fiorentini non dubitavano che l’imperatore non volesse attentare alla libertà loro, e per premunirsi contro a'suoi tentativi, diedero, nel 1313, per cinque anni la signoria di Firenze a Roberto. L’imperatore, trasportato da collera, pronunciò contro al re di Napoli una sentenza, unica nella sua spcci«: lo privava degli stati e dignità, siccome ribelle e reo di lesa maestà; lo bandiva dalle terre dell’impero, e scioglieva i di lui sudditi dal giuramento di fedeltà. Per sostenere cosi ardito operato, fece l’imperatore alleanza con Federico re di Sicilia, nemico naturale del re di Napoli. Roberto, dice il Muratori, sembrava perduto, e disegnava