DEI-RE DI NAPOLI E DI SICILIA FILIPPO II. « Il re FILIPPO governò i propri stati in ben diverso * modo del padre suo. Carlo Quinto, percorrendo continuai "s> mente la vasta estensione dei paesi che erano sotto il suo » dominio, si uniformava al carattere di ogni nazione, e » coir tal mezzo conciliavasi I' affezione degli Spagnuoli « egualmente che quella dei Fiamminghi, degli Italiani co-» me dei Tedeschi. Filippo, al contrario, dopo la morte di ■» Maria regina d’Inghilterra, sua* seconda moglie, abban-» donava la Fiandra, e chiudendosi per sempre in Madrid. » dedicavasi tutto agli Spagnuoli; conducendosi colle loro « massime, adulalo come il più prudente e saggio re della » terra, inaccessibile agli altri suoi sudditi, Filippo imprese » di governare dal suo gabinetto l’intéro mondo » (Giaii-none, tom. VI, pag. 195 ). H duca di Medina Coeli, nuovo viceré di Napoli, disegnando arrestare i frequenti sbarchi che i Turchi face-vano-sulle coste di Sicilia e di Napoli, concertavasi nel 1558 col gran mastro dei cavalieri di Malta, Giovanni de la Valette, .per riprendere Tripoli d’Africa, di cui questi infedeli erausi da poco tempo impadroniti. Il re Filippo approvò tale’impresa , e ne diede il principale comando al viceré. La sua flotta consisteva in ventotto grandi bastimenti e cjnquantaquattro galere, con viveri per ben quattro mesi; tqle poderoso armamento non riusciva se non se a prendere l’isola di Gelves, che bisognava però rendere in seguitar (Bn,rigni). Gli Italiani, secondo M. di Thoji, imputarono alla vanità del duca di Medina Coeli il cattivo esito di questa spedizione, nella quale si perdettero ben diciottomila uomini, alcuni periti per malattia 0 pel ferro nemico, altri furono ridotti in ischiavitù. Sotto il regno di Carlo Quintb, la corte di Roma avea fatto varii sforzi per introdurre nel regno di Napoli 11 tribunale dell’inquisizione. Essa lusingavasi di esservi riuscita nel i546, ottenendo dall’imperatore lettere, che autorizzavano i commissarii, inviati da Roma a Napoli, a farvi ricerca dei luterani che eranvisi introdotti. Per non sollevare il popolo, in luogo di pubblicare a suono di tromba,, co-