DEI RE DI SICILIA1 243 gedo dal pontefice, e conduceva l’armata verso Troja, città ribelle della Capitanata, i cui abitanti non tardarono ad arrendersi ed a supplicarlo di entrare nella città; ma esso rispose che non vi avrebbe posto piede finché il traditore (così qualificava egli Rainolfo, loro fu duca) restasse fra essi ; fu loro dunque giocoforza disotterrare il cadavere infetto di Rainolfo, il quale dalla maggior parte era compianto, ma alcuni de’suoi nemici, attaccatagli una corda al collo, Io trascinarono per le strade, e poscia Io gettarono nelle fosse: vendetta orribile, dice Muratori, da tutti detestata, e dal giovane duca Roggero stesso, il quale, venuto a trovare il re suo padre, ottenne a forza di preghi di far accordare a Rainolfo la sepoltura. Questo monarca però non entrava già in Troja dopo di ciò ; ma condusse la sua armata nell’agosto davanti Bari, disegnando assediar quella piazza, e distruggerla dopo essersene impadronito. Papa Innocenzo, compiangendo la sorte di questi abitanti, loro inviava il vescovo d’Ostia per esortarli di cedere alla forza, piuttosto che esporsi ad un rigoroso castigo^ ma lunge dall’ascoltarlo, essi gli rifiutarono l’entrata nella ciftà, ben risoluti di difendersi fino agli estremi. Il papa allora incamminavasi a Roma, ove fece la sua entrata dopo il 2 settembre. Egli vi fu. ricevuto con grandi dimostrazioni di gioia in mezzo alle quali i Romani tentarono persuaderlo a rompere il trattato di pace, che avea stipulato col re Roggero, siccome quello che eragli stato violentemente estorto; setionchè il saggio pontefice, dopo.le prove avute del loro poco valore nell’ultima sconfitta, rifiutavasi d’a-scoltarne i consigli. Infrattanto il re Roggero continuava con ardore l’assedio di Bari: le torri di legno e le pietre ch’egli impiegava per battere la'piazza distrussero una gran parte delle di lei mura e delle fortificazioni, non che gran numero di palagi. A tanti disastri univasi pure la fame, che metteva il colmo alla desolazione; la mancanza di viveri divenne estrema, e si videro gli abitanti costretti a contentarsi d’un poco di pane e di cibare carne di cavallo. Finalmente la piazza non potendo più tenere, bisognò pensare ad arrenderla, ed il re mostrossi meno difficile sugli articoli della capitolazione di quanto temevasi. La tranquillità sembrava ristabilita in Bari, allorché un soldato di Roggero