DEI DOGI DI GENOVA 43 venissero consegnate tutte le munizioni c l’artiglieria, impose una contribuzione di ventiquattro milioni, e non contenne, come avea promesso, le sue truppe, le quali anzi impunemente esercitavano ogni ladroneccio. 11 re di Sardegna dal canto suo entrò nel 19 settembre in Savona, di cui fece bloccare il castello; sette giorni dopo, obbligò Finale a capitolare, e riconquistò, poscia che i Francesi ebbero ripassato il Varo, la contea di Nizza. Nel a3 ottobre M. Diffentaler, officiale svizzero, comandante di Ven-timiglia, rendeva ai Piemontesi codesta piazza, dopo averla ostinatamente difesa. Infrattanto il popolo di Genova, irritato dei duri modi e dei cattivi comportamenti degli Aur striaci, cominciava a mormorare altamente, e nel 5 dicembre scoppiava il suo malcontento all’occasione seguente: Volendo gli Austriaci stringere d’assedio Antibo, toglievano all’uopo la superba artiglieria della repubblica. L’officiale clic presiedeva all’operazioni per impadronirsi di essa artiglieria, batte colla sua canna un genovese per costringerlo ad aiutare gli altri, onde liberar un mortaio che trovavasi mezzo sepolto nella volta d’un acquedotto. Ora il popolo gridava all’armi; atterrava le botteghe degli armaiuoli, onde provvedersene, perseguitava i Tedeschi e obbligavali a fortificarsi ne’loro appostamenti; ed il domani, essendosi eletti officiali, combattè regolatamente, e con tanto vantaggio, che nel 10 dicembre i Tedeschi furono costretti a lasciar Genova ed a ritirarsi in disordine alla Bocchetta, donde ripassarono in Lombardia. Dopo questa spedizione, i Genovesi tentarono, ma invano, di soccorrere la cittadella di Savona, che i Piemontesi continuavano ad assediare; il marchese Agostino Adorno, comandante la piazza, fallito d’ogni speranza, si arrese nel 19 dicembre. ’ Nel 22 marzo 1747 venti 0 ventiduemila Austriaci, comandati dal conte di Schullemburgo, ponevansi in marcia per rientrare nello stato di Genova; i Genovesi disputarono loro palmo a palmo il terreno, ma non poterono impedire che non si avvicinassero alla capitale. Infrattanto giunse a Genova nel i.° maggio il duca di Boufllers, generale francese, ed i soccorsi da lui condotti, quelli di più che sperare faceva, le misure ch’ei prese d’accordo col senato per