BEI DOGI DI GENOVA 35 scena, per darle compimento in conducendolo al ducale palagio; ma Gian Luigi più non viveva, chò caduto in passando per una tavola alla capitana delle galere, crasi annegato. Divulgatasi la di lui morte, i congiurati si perdettero di coraggio, e non valse a Girolamo di lui fratello la presenza di spirito e bravura sua : veniva abbandonato, cd a pena potea rifuggirsi nel proprio castello di Montobbio. Poco dopo però egli e molti congiurati furono presi e condannati alla morte. Così finiva la congiura di Fieschi, clic certo dovea produrre nello stato di Genova una nuova rivoluzione, se la Provvidenza, che fa cader vani i più ben combinati progetti, non avessela con singolare avvenimento impedita. Nel 1553 i Francesi e i Turchi insieme collegati, sotto il comando del marchese di Termos, sbarcarono nell’isola di Corsica, e mertfè la debole resistenza degli abitanti, nemici dei Genovesi loro signori, in poco tempo la sottomisero tutta, a riserva di Calvi e Bastia, che assediate rifiutarono di arrendersi. Nel settembre i Turchi furono richiamati dal sultano, -ed il marchese di Termos passò in Provenza par raccogliere nuovi soccorsi d’uomini e munizioni. 1 Ge-noyesi non ¡stettero oziosi spettatori di questa novella impresa, ma rammassati ottomila fanti, ne davano il comando ad Andrea Doria, ¡1 quale lo accettava, quantunque vecchio di ottantaquattro anni, per zelo della patria. Nominò egli por suo luogotenente Agostino Spinola, e il foce partire con tremila uomini al soccorso di Calvi, assediato da Termes. Nel seguente anno Io Spinola costrinse il marchese a levar questo assedio; univasi poscia col Doria, e riconquistavano insieme Bastia; dopo cui assediavano San-I'iorcnzo, che da Giordano degli Orsini alla testa di duemila Francesi valorosamente era difesa; scnonchè volle la fortuna genovese che la flotta venuta da Marsiglia con soccorsi pel marchese di Termos fosse così maltrattata dalla tempesta, che una parte facea naufragio nelle vicinanze di Piombino, l’altra riprendeva la via di Provenza; e tale sventura obbligò Giordano a render la piazza. Le ostilità continuarono in Corsica ora con'vantaggio dei Francesi secondati dagli abitimi, ora con vantaggio dei Genovesi, fino alla pace di Castello Cambresis, conclusa nel 2 aprile 155g tra Francia