DEI GRANDUCI1I DI TOSCANA 101 e caratteri greci, e gli accordò per dodici anni una pensione. Arnoldo di Harlem, che aveva accompagnato il Tor-rentin.o, e che s’era fatt» conoscere da Cosimo mercè un dizionario dedicatogli, ebbe anch’egli parte alle liberalità di questo principe. Nel 26 luglio i55a, i Sicnesi, angariati dalla guarnigione spagnuola che avevano ricevuto, se le ribellano, col soccorso del conte di Pitigliano e dei Francesi, la costringono a ritirarsi, e si mettono sotto la protezione di Francia. Nello stesso anno, ai 12 agosto, Piombino fu resa al duca, ma a condizione di tenerla in deposito e di rimetterla all’imperatore allorché la richiedesse. Nel 1554 Cosimo, concertatosi con Jacopo de’Medici, marchese di Alarignano e generale delle milizie imperiali in Italia, intraprende di insignorirsi di Siena, occupata dai Francesi, comandati dal maresciallo Pietro'Strozzi. La notte del 29 .gennaio, il duca ed il marchese si presentalo im-provvisajnente davanti 1^ piazza con un esercito, s’impadroniscono d’un forte che i Francesi aveano fatto innalzare vicino ad una porta della città, e vi spargono così lo spavento; però giuntovi lo Strozzi all’alba, poich’erane allora lontano, rassicura i Sienesi, ed obbliga i nemici a ritirarsi. Ora, venne dichiarata la guerra fra il duca e i Francesi, coi quali fino allora aveva il duca saputo accomodarsi. Lo Strozzi nel 12 di giugno seguente entrò nel Fiorentino, e vi pose tutto a saccheggio } senonphè assalito e posto in rotta nel 2 agosto, giorno di san Stefano papa, dal duca e dal marchese, presso Marciano, sgombrò la Toscana, anzi c Cosimo ricuperò facilmente le piazze toltegli dai Francesi. Solo Siena resisteva, e non capitolò se non se nel 2 aprile 1555, dopo essere stata bloccata ben quattro mesi dal marchese di Marignanó: Biagio di Montluc,' che avevaia biavamente ‘difesa, si ritirava nel 21 dello stesso mese. Siena rimase libera sotto la protezione dell’imperatore, da cui ricevette guarnigione, che però dovea mantenere a proprie spese. Nello stesso anno l’imperatore diede l’investitura di Siena al re filippo suo figlio, e deluse così la speranza del duca di Firenze, che contava ottenere questa città in compenso delle grandi somme a lui date ad imprestilo per conquistarla. Finalmante, nel 1557, intendendo Cosimo