DEI RE DI NAPOLI • 407 . FERDINANDO 1. i458, FERDINANDO I, figlio naturale di Alfonso, gli succedette nel regno di ¡Napoli. Doyette egli , per man-tenervisi, sormontare parecchi ostacoli, tanto da parte di papa Calisto III , clic ricusava di riconoscerlo, clic da parte! dei signori che offerivano la corona a varii principi; i° a don Carlo I, principe di Via-ne, figlio di Giovanni II, re di Navarra, fratello di Alfonso; 2.0 a Giovanni, re d’Ara-gona; 3.° a Giovanni, figlio di Renato d’Anjou. Il primo ostacolo fu ben presto tolto per la morte di Calisto 111, il quale favoriva don Carlo. Pio li, di lui successore, diede l’investitura del regno a Ferdinando , la cui nipote sposava Antonio Piccolomini , nipote di questo pontefice. Nel 1460", Ferdinando perdette una grande battaglia sulle rive del Sarno presso Nola, nel 7 luglio, contro Giovanni d’Anjou,suo competitore ; cosicché ebbe a fortuna di giungere a Napoli con venti cavalieri. Mancava-gli il denaro onde poler riparare tal rotta , e videsi la regina Isabella sua sposa andar mendicando di casa in casa soccorsi. Tale poco tfno- GIOVAN’NI d’ANJOU. • i458-, GIOVANNI, duca di Calabria, e di Lorena,* figlio di Renato e d’isabella, il quale; secondo D. Calmet, nac* que nel 2 agosto 14^4 » e secondo altri nel 7 gennaio 1426, venne chiamato al trono di Napoli da vani signori, dopo la morte di Alfonso, e vivente il di lui padre . Pici 1459, ai 4 di ottobre, eg^i, parti da Genova, di cui era stato nominato governatore dal re Carlo. VII nel 1458•, per recarsi nel regno di Napoli; ma ne era sconsigliato dal principe di Taranto, il cui parere si fu che prima d’assalire la capitale bisognasse assicurarsi delle piazze circostanti. Giovanni, con ufia adesione di cui. ebbe bene a pentirsi, aderiva a tale consiglio; che se avesse egli proseguito la sua vittoria, senza lasciar tempo a Ferdinando di respirare , avrebbe terminata la guerra in pochi giorni e sa-rebbesi impadronito del regno di Napoli. Ferdinando, parlando di tale giornata, diceva: » Se essi avessero fatto » ciò che avrebber dovuto, il » secondò giorno avrebber po-» tuto impadronirsi del regno, » ma non della mia persona, » ed il terzo non avrebbero