DEI RE DI SPAGNA ( CASTIGLIA e LEONE ) i93 mori pure a Valenza l’anno 1099. Chimene che gli sopravvisse non istetle gran tempo a vedere davanti alla città i Mori di Andalusia. Essi non più temevano di trovarvi un eroe, ma vi trovarono un’eroina. Sostenuta da don Enrico, genero del re di Castiglia, ella difese cosi bene la piazza che li obbligò a levar l’assedio. Ma i tempi le fecero prevedere che Valenza ricadrebbe necessariamente in potere dei Mussulmani, e quindi giudicò opportuno di uscirne. Quanto ella aveva preveduto, avvenne in fatto. I Mori nel 1102 ritolsero Valenza. Tale è in iscorcio, colla scorta di un antico manoscritto conservato nella Chiesa di Valenza e della testimonianza di parecchi scrittori spagnuoli, la vera storia del Cid, che forma il soggetto di una delle più belle tragedie francesi. URRACA e ALFONSO VII. L’anno 1109 URRACA, figlia di Alfonso VI e di Costanza di Borgogna, succedette a suo padre. Il regno di questa principessa non fu che una continua serie di turbolenze. Rimasta vedova nel 1108 di Raimondo di Borgogna, di cui aveva un figlio in tenera età, di nome Alfonso Raimondo, ed una figlia chiamata Sanzia, ella si sposò in seconde nozze poco dopo o poco prima della morte di suo padre ad Alfonso I re di Aragona di lei cugino discendente da fratello germano, che in virtù di questo matrimonio qualificossi re di Castiglia e di Leone, settimo di nome, e volle usare di questo titolo in tutta la sua estensione. Urraca principessa fiera e impetuosa non cosi la intendeva, pretendendo di reggere i propri stati da regina indipendente. Ecco un primo titolo di accusa del suo sposo con-tra di lei. Un secondo non meno sensibile furono le sue dimestichezze con don Pedro di Lara e don Gomez di Camp d’ Epine , bastardo di Castiglia. Assicurasi eh’ ella ebbe da quest’ultimo un figlio chiamato Hurtado, cioè a dire nato in secreto, da cui si fa scendere l’illustre casa d’Hurtado de Mendoza. Alfonso in tal guisa disprezzato ed offeso dalla propria moglie si determinò a farla rinchiudere nel castello di Castillar. Ella riparò in Castiglia, e die’ tosto opera a far annullare il suo matrimonio a titolo di parentela. Gli Almoravidi venuti dal regno di Marocco sotto la condotta di Miramolin-Ali-Josefio, figlio e successore di Joseffo Te-lufin , approfittarono di tal dissensione e fecero alcuni tentativi sopra Toledo e Madrid, ma non riuscirono nè T. VI. »3