DEI RE D’INGHILTERRA tu accolto. Tutti i successi di Lcycester si limitarono alla presa di Doesbourg. Egli teneva a fronte il principe di Parma che fece andar a vuoto le altre sue intraprese. Convinto dall’esperienza della superiorità insormontabile di quel rivale, egli lasciò il paese e s’ imbarcò di nuovo nel novembre i586 per l’Inghilterra. Elisabetta spedì l’anno stesso in Iscozia Randello per proporre una lega offensiva e difensiva tra le due nazioni, che fu conchiusa a Barwick iiel mese di luglio a malgrado dell’ambasciatore di Francia che mise tutto in opera presso il re Jacopo, per frastornar questo colpo, preghiere, minacci e, vergogna di abbandonare sua madre. Indi non guari fu scoperta una congiura formata contro Elisabetta da alcuni imbevuti della terribile dottrina del tirannicidio. Walsingham segretario di stato, avendo penetrato l’odioso mistero, arrestar fece i congiurati che in numero di quattordici furono puniti di morte. Era provato nelle informazioni eh’essi avevano scritto alla regina di Scozia, ma mancavano le prove ch’ella avesse avuto parte alla trama. Elisabetta che da molto tempo era decisa d’immolare alla sicurezza propria quella principessa, prese da ciò occasione per farle processo, e per assicurarsi della sua condanna nominò ella stessa sino a quaranta giudici che furono scelti tra’suoi consiglieri e confidenti, tutti nemici giurati della regina di Scozia. Trasferitisi a Fotheringai ove la regina Maria stava detenuta, ottennero da lei con un artificioso discorso eh’ ella si assoggettasse al loro tribunale. Ben presto ella riconobbe il suo errore, e nel suo primo interrogatorio reclamò la propria indipendenza protestando contra l’incompetenza de’suoi giudici. Nonostante non tralasciò di rispondere alle loro domande e lo fece dignitosamente. Ma la sua perdita era decisa. Il a5 ottobre i commissari! di unanime consentimento condannarono a pena capitale una regina su cui Elisabetta non aveva altro potere che quello della forza. Maria dopo una dilazione di circa quattro mesi, subì il suo giudizio un giorno di mercoledì 18 febbraio 158^ (N. S.) ed incontrò la morte con somma costanza ed inviolabile attaccamento alla religione. La sua bellezza e i suoi talenti furono per Elisabetta °ggett° di gelosia: il suo attaccamento alla religione cat-