DEI RE DI SPAGNA (CASTIGLIA c ARAGONA) a63 una tragedia che rappresentavasi intitolata la battaglia di Pavia, ove si faceva comparire il re Francesco I in atto di chieder grazia ad un capitano spagnuolo che gli teneva un piede alla gola, quando si giunse a questo tratto della rappresentazione l’ambasciatore di Francia Emerico di Barrault ch’era presente, saltò in iscena, e trapassò colla spada il petto all’attore. Non è noto se questo affare s’abbia avuto conseguenze. Nei Paesi-Bassi continuava maisempre la guerra. L’anno 1604 Ambrogio Spinola, generale degli Spagnuoli, si impadronì il 21 settembre di Ostcnda, il cui assedio costò agli Spagnuoli pel corso di tre anni immense somme e meglio di ottantamila uomini. Una tal sorte non fu costante , e il monarca spagnuolo fu costretto conchiuder« il 9 aprile 1609 una tregua di dodici anni coll’ Olanda. Filippo e l’arciduca con quel trattato riconobbero le Pro-vincie-Unite per uno stato libero e indipendente. In quest’anno stesso Filippo con un editto del 9 dicembre ordinò sotto pena di morte a tutti i Mori stabiliti nel regno di Valenza di dover uscire da quegli stati (1). 11 rigore di questo editto, fu esteso nel 10 gennaio susseguente a tutti i Mori di Spagna: più che un milione di sudditi laboriosi, commercianti ed industriosi, abbandonarono la Spagna in tale occasione, lasciando spopolate delle intere provincie. Il maggior numero di questi sfortunati fuggiaschi ripararono parte in Asia e parte in Africa. Essi avevano offerto alla Francia di recarsi ad abitare le lande di Guascogna ; ma noi fecero per la condizione che loro imponevasi di dover professare la religione cristiana. II duca di Lerma, ministro e favorito del re, avevasi procurati molti nemici colla sua alterigia. L’anno 1618 mercè i loro maneggi, egli cadde in disgrazia e si ritirò dalla corte il 4 ottobre. Poco dopo ottenne il cappello cardinalizio ch’erasi procurato per porsi al coperto dalle persecuzioni de’suoi nemici. Il duca d’Uzeda di lui figlio e suo più crudele antagonista, Io sostituì nel ministero, e Io stato non fu meglio diretto. Ciò (1) Il duca di Ossona fu il solo che si opponesse nel consiglio a tale ordinanza. L’inquisizione glie ne fece un delitto.