I92 CRONOLOGIA STORICA anni dopo Ferdinando gli fece sposare Olimene figlia del conte Gormaz, cui dicesi che Rodrigo stesso aveva ucciso in duello. I beni che gli apportò questo maritaggio uniti a quelli ch’egli possedeva del suo ceppo, lo reseco uno dei più potenti signori di tutta la Spagna. Egli aveva sin d’allora segnalato il suo valore in varie spedizioni contra i Mori. I/anno io65 egli pugnò sotto le insegne del re Sanzio il Forte alla famosa giornata di Graos in cui peti Ramiro I re di Aragona, Dopo 1’ assassinio del medesimo Sanzio avvenuto l’anno io85, egli concorse nella deliberazione dei signori casigliani che giudicarono opportuno di sostituire al re defunto, Alfonso di lui fratello re di Aragona. Ma siccome questo principe veniva sospettato di aver avuto parte alla morte di don Sanzio, si richiese previamente da lui colla deputazione cW gli fu spedita a Toledo ove allora trovavasi che si spurgasse col giuramento da tale, delitto. Alfonso accettò la condizione e partì per Burgos ove si recò in folla la nobiltà casligHana per la sua inaugurazione. Rodrigo non mancò d’intervenirvi, e quando vide che si poneva in quistione chi oserebbe di far prestar al re il giuramento umiliante ch’era stato convenuto; sarò io, diss’ egli, e difatti il re die’ il giuramento in sue mani nella chiesa di San Gadèe. Ma spingendo troppo innanzi lo scrupolo, volle che Alfonso lo ripetesse per ben tre volle. Quesla fermezza mal dispose il re contra di lui e i cortigiani che ne provavano gelosia ne profittarono per farlo cadere in disgrazia. Rodrigo la prevenne coll5 allontanarsi di corte. Ma col discostarsi dal suo sovrano non cessò per questo di servirlo. Coll’aiuto de’suoi soli vassalli egli fece una guerra vivissima agl’ infedeli. Le sue invasioni presso loro erano frequentissime e sempre coronate del più luminoso successo. Ma allendevalo un trionfo vieppiù ancora maggiore. Cinque re mori eransi collegati per sac-cheggiare insieme la provincia di Rioja. Rodrigo marciò ad incontrarli, gli attaccò, e riportò compiuta vittoria, avendoli fatti prigionieri. Nè li restituì in libertà se non dopo aver loro imposlo un tributo verso il re di Casliglia-Alfonso mosso da servigi così importanti e disinteressati , richiamò presso di se Rodrigo, e gli ordinò sotto gli occhi di tulta la corte di accettare il tributo imposlo ai cinque re mori. I loro deputati nel salutare Rodrigo lo qualificarono col titolo di Cid che in lingua moresca suona Signore, ed Alfonso voile che in avvenire non portasse mai altro nome. I rivali del Cid trovarono ancora mezzo di fargli perdere una seconda volta la buona grazia del suo sovrano. Incapace di umiliarsi per riguadagnarla, si ritirò verso i confini dell’ A-ra^ona ove continuò a far guerra ai Saraceni. Le montagne di Albarasin e »1* Teruel furono per lungo tempo il luogo del suo ritiro. Di là seguito dallo sue truppe egli precipitava quale torrente sulle fertili campagne dei Mori» rovesciando quanto si opponeva al suo passaggio. Scorgonsi presso la città di Teruel le rovine di un forte che porta ancora oggidì il nome di Cid. Di là pure scriveva l’anno 1094 al re Alfonso pei comunicargli il progetto da lui concepilo di assediare Valenza. Domandava « ciò truppe al re che glie le inviò. Quasi tulls la nobiltà di Spagna volle affi’ parte a questa spedizione. Valenza lu espugnala e il vincitore avendo sino d* quell’istante fissatavi la sua residenza, la ripopolo di Spagnuoli, le fece assumere un aspello tutto nuovo, vi fondo un arcivescovato col permesso del re '■ del primate, e le diede il suo- nome. Essa chiamasi anche oggidì Vulefl»11 del Cid. Fino a che visse,, i Mori non osarono turbare il suo conquisto. B-j1