DEI RE D’INGHILTERRA 497 secreto alla religione cattolica : il conte di Surrey fu condannato a morte e giustiziato il 19 gennaio : il duca dovea subire la stessa sorte il ili 29 e n’era già stato impartito l’ordine al luogotenente della torre; ma la morte del re accaduta la notte del 28 al 29 gli salvò la vita per un tratto dei più distinti della provvidenza. Enrico contava l’anno cinquantacinquesimo di età e trentottesimo del suo regnare. Morendo confessò di non aver mai risparmiata la vita di un uomo alla sua vendetta, nè ai suoi appetiti l’onore di una donna; ma ancora non ne diceva abbastanza. Difatti sotto il regno di questo principe non vi ebbe altra religione nè altre leggi in Inghilterra tranne la sua volontà e le sue passioni : aggiungeva, levava, e come fosse stato infallibile, non aveva che ad esternare i suoi sentimenti per farli approvare dal parlamento e dar loro forza di leggi. Non vi fu mai despota più assoluto: a chiunque ardiva opporsi ai suoi voleri, costava quasi che sempre la vita. Tra gl’individui sacrificati alle sue passioni si annoverano due regine, due cardinali, tre arcivescovi, diciotto vescovi, tredici abati, cinquecento priori monaci e preti, quattordici arcidiaconi, sessanta canonici, più di cinquanta dottori, dodici duchi, marchesi e conti coi loro figli, ventinove baroni e cavalieri , trecentrentacinque nobili meno distinti , eenventi-quattro cittadini e centodieci donne di condizione. Tutte queste persone, eccettuate le due regine, furono messe a morte per aver disapprovato lo scisma e i disordini di Enrico, benché di sovente sieno stati accagionati di delitti per avere il pretesto di dannarle a morte. Il parlamento, dice uno storico, era cosi ligio al re da prescrivere, che coloro avessero prestato denaro a lui fosse obbligato di tenerlo francato dal pagamento. Per quanto ingiusto fosse quest’atto, le camere non videro di mal occhio che il re lo desiderasse acciò fosse così tolto l’uso dei prestiti che eoi tempo avrebbe resi inutili i parlamenti ( Gal. phil.). Enrico si maritò sei volte i.° il 3 giugno i5og con Caterina d’Aragona morta nel i536; 2.° il 14 novembre i53a presenti pochi testimonii, come nota l’ab. Garnier, (///.si. de Franco in 4-° Tom. XII. pag. 526) con Anna Rolena; 3.° il 20 maggio i536 con Giovanna di Seymour morta il 14 ottobre 1537 i 4*° ^ gennaio i54o con Anna di Cleves T. VI. ‘ 3a