DEI «E D’INGHILTERRA 4o3 ( Gli scrittori inglesi che pongono questa incoronazione al giorno di Natale, intesero parlare della corte plenaria tenuta in quel giorno da Stefano. ). Matilde rivale di Stefano che intitolavasi sempre imperatrice, trovò un difensore in suo zio David, re di Scozia. Assoldate truppe entrò nel nord dell1 Inghilterra e obbligò la maggior parte dei popoli a sottomettersi a quella principessa. Ma il re Stefano venuto a fronte dì David, lo fece ritirare dopo aver secolui conchiuso un trattato di pace. Indi a poco Stefano passò in Normandia per ¡scacciarne Tebaldo conte di Blois di lui fratello che vi era stato dai Normanni chiamato e Goffreddo conte d’ Anjou che dal canto suo tentava impadronirsi di quel ducato. I due fratelli si pacificarono. Goffreddo espulso «alle piazze di cui erasi impossessato, trattò al modo stesso col re mediante offertagli pensione. Allora Stefano investì della Normandia Eustachio suo figlio, di già designato conte di Boulognc. Il re di Scozia non aveva del tutto abbandonato gl’interessi di sua nipote. L’anno 1138 egli profittò dell’allontanamento di Stefano per fare un’invasione nel Nor-thumberland. Stefano ripassò in Inghilterra e marciar fece contra lui Guglielmo conte di Aumale. Questi avendolo raggiunto verso la fine di agosto, lo mise allo sbaraglio nella famosa battaglia detta dello Stendardo perchè un crocifisso d’argento innalzato sopra-un carro nella cima di un albero da vascello e accompagnato da tre bandiere di chiesa, serviva d’insegna agl’inglesi. L’anno dopo Stefano s’impigliò col clero in proposito delle fortezze ai alcuni prelati che egli si era appropriate. Il vescovo di Winchester suo fratello si pose alla testa dei malcontenti. Matilde allora si recò il 22 settembre in Inghilterra, e col favore di tali turbolenze rianimò il suo partito. Il conte di Glocester, fratello suo naturale, raccolto per lei un esercito composto di moltissima nobiltà, vinse il dì 2 febbraio 11.4* la battaglia di Lincoln contra Stefano, il quale rimasto prigioniero fu inviato a Matilde che lo fece rinchiudere a Bristol ove fu posto in ferri. Matilde concepì allora vasti progetti. Quasi tutte le città, eccettuato Londra, la riconobbero a sovrana; ma ella guastò le cose per troppa alterigia: il vescovo di Winchester, a cui Matilde era debitrice de’suoi progressi, l’abbandonò e ritornò al partito di suo fratello. La regina