DEI RE D’INGHILTERRA I progressi che gli Olandesi facevano sulla costa di Guinea col commercio protetto dalle loro armi, offescro la gelosia degl’ Inglesi e occasionarono una rottura tra le due-potenze. Carlo determinato dal suo consiglio dichiarò la guerra agli Stati generali nel mese di novembre 1664. Il duca di Yorck, grand’ammiraglio, incaricato del comando della flotta inglese, riportò su quella di Olanda il i3 giugno i665 a due leghe da Suffolk una delle Maggiori vittorie, dice d’Avrigni, che gl’inglesi avessero vinte in mare, giacché ei non perdette, al dire dello stesso autore, che un solo vascello mentre il nemico perdette la nave ammiraglia che saltò in aria, nove vascelli che furono presi ed aljri sette bruciati. Al suo ritorno il duca fu accolto in Londra con grandi applausi. Ma la regina madre non prese gran parte alla gioia pubblica. Malcontenta della poca considerazione di cui godeva in Inghilterra, lasciò non guari dopo quest’isola per ritornare in Francia ove terminò i suoi giorni il 10 settembre 1669. La Francia gelosa dal canto suo degl’inglesi, prese il partito degli Olandesi ma più come mediatrice che come alleata. Questa guerra peraltro le fruttò l’isola di San Cristoforo nell’America di cui il duca di Reaufort si rese padrone il 29 luglio 1666. Circa sei settimane prima era seguita furibonda battaglia navale tra gli Inglesi e gli Olandesi: questi comandati dagli ammiragli Ruyter e Cornelio Tromp, quelli dal duca di Albemarle e dal principe Roberto. Essa cominciò l’i! giugno, durò quattro giorni, e il Vantaggio fu quasi che tutto dal lato degli Olandesi. Londra provò consecutivamente in questo anno due orribili flagelli, la peste che portò via circa a cento mila persone e un incendio che destatosi il i3 settembre consumò per lo spazio di tre giorni tredicimiladucento case di privati, ottantanove chiese e un gran numero di edifizii pubblici. Non perirono però nelle fiamme che sole otto persone. Il disastro si manifestò presso un fornaio, e siccome allora la città era tutta di legno, il fuoco si comunicò rapidissimamente. Gli abitanti impiegarono seti’anni per ricostruire le loro abitazioni e gli edifizii sp/ibblici, ma per una specie di prodigio, questa città rinnovossi nello spazio di tre anni e con più solidità e venustà che non aveva pria di quel fatale disastro. Enorme fu la perdila