DEI DUCHI DI BORBONE 3?3 di Borbone (Gali. Chr. nov. tom. II, pag. 3y3), ma non sembra nè che abbia sopravvissuto oltre quest’ anno, nè che sia stato maritato. Dopo ia sua morte Aimone si rimise in possesso della signoria di Borbone. Alcuni anni prima avea efficacemente soccorso colla sua persona e colle sue truppe Elisa-betta di Jaligni moglie di Ugo di Chaumont in Turenna per farsi signora della terra di Jaligni clic le era toccata per la morte di Oldino suo fratello, e che alcuni stranieri voleano toglierle; ma Arcambaldo figlio di Aimone ch’era stato uno di quella spedizione, trattenne per sè la piccola città di Bessais che Aimone, secondo un autore contemporanco, diede a sua sorella Ermengardc maritandola a Guglielmo di Jaligni (Gesta Domiti. Ambas. pag. 565). Ignorasi l’anno della morte di Aimone. Egli avea sposato nel 1099 al più tardi Aldesinde, unica figlia di Guglielmo di Nevers, conte di Tonnerrc, pei cui diritti ebbe guerra in quell’anno con Guglielmo II conte di Nevers e nipote di sua moglie. Lasciò del suo matrimonio il figlio che segue. Gli si attribuiscono anche due altri figli, Gerardo c Guido, ma noii si sa se gli abbiano sopravvissuto. A R C A ÌVI BALDO VII. ARCAMBALDO successore di Aimone suo padre, s'imparentò colla casa di Savoja e con quella di Francia mercè il suo matrimonio con Agnese di Savoja sorella di Adelaide, moglie del re Luigi il Grosso e nipote di papa Calisto li. Occupato nell’abbcllire i suoi possedimenti, edificò nel ii3y Villefranche nel Borbonese. Abbiamo le sue lettere scritte di concerto con la moglie a favore di quella nuova in-stituzione, colle quali eglino dichiararono Villefranche città libera, come esprime il suo nome, non riserbando per essi e lor successori che il forno pubblico, i banchi del mercato c diversi diritti Sulle mercanzie che ivi si vendessero, non che la cognizione dei delitti di adulterio, di ratto e di furto. In ogni altro caso la giustizia tanto civile che criminale è lasciata agli abitanti per essere amministrata da nno del lor comune. Si obbligano inoltre di non prendere a prestito dagli abitanti nè trarli a loro malgrado alla