182 CRONOLOGIA STORICA Francesco di Borbone e due gemelli tutti a lui premorti. Col testamento institul a sua erede Anna di Francia duchessa di Borbone di lui matrigna colla facoltà di trasmettere la sua successione a Luigi di Borbone principe della Boche-sur-Yon , che divenne poscia duca di Montpensier. Questa disposizione però non ebbe luogo. Cominciato a Parigi il suo processo subito dopo la sua scomparsa mercè gP interrogatorii a cui si sottoposero San Vallier, de Prie ed altri deputati suoi complici, era stato sospeso durante la prigionia del re che tenne dietro alla battaglia di Pavia. Uno degli articoli anche del trattato conchiuso a Madrid per la liberazione del monarca conteneva che il contestabile sarebbe repristinato in tutti i suoi beni, e sulla base di quest’ articolo avea Borbone fatto il suo testamento; ma fu appunto uno di quelli che il monarca francese ricusò eseguire pretendendo non essergli stato libero al momento di segnar quel contratto. Per conseguenza il procurator generale continuò le sue investigazioni contra il contestabile, e nel 26 luglio in cui già era morto quel principe, il re sedendo nella sua corte del parlamento, accompagnato da pari, principi e genti del sangue, dopo aver fatto ad alta voce chiamare alla sbarra del parlamento il duca di Borbone, alla tavola di marmo e sovra i scalini del palazzo dal primo usciere alla presenza di due consiglieri, e raccolti i voli dal cancelliere, pronunziò la sentenza che'il dichiarò colpito e convinto del delitto di lesa maestà divina ed umana, di ribellione e fellonia, e quindi ordinò che le sue armi venissero rimosse e scancellate, dannando ed abolendo a perpetuità la sua memoria; i suoi beni feudali dipendenti dalla corona di Francia, mediatamente o immediatamente dichiarati reversibili ad essa, e confiscati gli altri suoi beni mobili ed immobili. Luigia di Borbone-Mont-pensier di lui sorella, ed il principe de la Boche-sur-Yon figlio di Luigia, fecero contro quella sentenza protestazioni, a cui allora non si ebbe verun riguardo. Il re e sua macino la porta Jet castello di Gaeta, e un uffìziale francese della guarnigione lo ilepose entro un grande armadio con vetri, ove vedevasi ancora nel 1660 in piedi, e cogli stivali, appoggiato sovra un bastone di comando, e coperto della sua casacca di velluto verde listata di gran.galloni d’oro (Sainlefoix, JEss. sur Paris, lem. I, pag. g3. )