-127 ­ le Galeazze a combattere per l'honore, ed io col rimburchio havevo fatto acquistar il vantaggio come ho detto del vento. lo, afBitto dalla occasione che mi si rendeva sinistra non per mio difetto, attesi a seguitar chi se (ne) riandava, così imitandomi anco l'Armata sia sottile e la grossa con distanza tale, che haveva non del circospetto, ma del pauroso. E perchè non mi pareva decente, che (gli) Spagnuoli se ne andassero da una tanta Armata senza pro­var le nostre armi, nè il cuore che havleno viduto ne' nostri, tentai la persuasione, in persona andando col Sig. Governatore dei con­dannati nella Filuca. alle Galeazze et a tutti, pregando et esortando ogn'uno combattere et alla vittoria; e poi avanzatomi con parte delle Galere sottili, attaccai di nuovo battaglia stando sempre nel mezzo delle cannonate e del pericolo. Ma invano, perchè i più, facendo mostra di sè lontano, misuravano l'aria coi colpi di artigliaria, get­tando le munizioni e le palle. Rimandai la Filuca col mio figliuolo, e poi riattaccai il combatere co' Spagnuoli che andavano, sperando io pure che gli animi si movessero per stimolo dell'honore. Ma nulla valse, perchè nella prima sentenza si rimase di non curar l'interesse e l'honor della Repubblica pur che la vita non si ponesse a rischio. D'una così debole volontà, d'una prova COS1 1m­propria di gentilhuomini, rimasi attonito, e come che si dovesse feci della mia Galera scridar e rimproverar varj vascelli e Galeazze. Feci anco i protesti ed adoprai qualche altra più sicura maniera mandando il Sig. Capitano del Golfo, anzi si condusse anco il medesimo Sig. Ca­pitano ad inanimare diversi vascelli, da' quali (con suo grave dolore quanto che invero è pieno d'ardore, divozione e prontezza) ricevè diversi atti e segni di molta vergogna. Indi attaccai di nuovo battaglia coll'artigliaria, ma poco vagliando qual si sia mio tentativo perchè pur'anco si fecero avanti col Sig. Capitano de1Je Navi, che ardita­mente e primo di tutti si espose ad ogni pericolo e gli altri fermarono la loro dispositione di non ne voler sapere altro. In questa maniera venne la nottI! di 20, et i nemici andavano verso la Puglia, pure anch'io seguitandoli coll'Armata e con vento di ostro-scirocco, ma cosi addolorato ed afBitto per la codarda attione veduta nei cittadini di questa Patria, che, niente curando la vita, mi sarei dato ad ogni più grave e pericolosa risolutione. Ma perchè colla nostra Armata non si puote tanto frequentare il viaggio rispetto al dovere di aspettar i vascelli più tardi et all'havere i nemici per allontanarsi smorzati i lumi acciò non li seguitassimo. Quando fu la mattina del 2\ tanto erano discosti verso la Puglia, che appena si scoprivano; ed io de­siderando pure rimettere di nuovo l'occasione di vincere, anzi di rimettere in piedi l'honore caduto, perchè tante forze nemiche ha­vessero operato. nè potendosi trattenere più rArmata sottile perchè cominciava ad ingagliardire maggiormente il mare et il ve~to con pericolo importante. massime alle molte Galere deboli. risolsi i~ me' stesso, di mandarle in salvo sotto un capo, e rimaner io nella Armata