46o CRONOLOGIA STORICA delle prime ostilità, e perciò si condussero interamente con molta circospczione. Essi desideravano gli abitanti di Gi-- nevra riconoscessero da loro stessi l’impossibilità di difendere lungamente quella città, e fossero condotti ad accettare le condizioni cui trattavasi di propor loro. E in fatto tostochè si conobbero esse condizioni, vennero accettate. Si stipulò espressamente l’indipendenza della repubblica, ed occupata nel luglio 1782.ru limitato il tempo dell’occupazione a quello creduto indispensabile pel mantenimento della pace. Ginevra aprì quindi le sue porte, ed essendosene già allontanati i principali faziosi, non si versò neppure una goccia di sangue,c fu dalle truppe alleate osservatala più rigorosa disciplina. II marchese di Jaucourt, generale e plenipotenziario del re di Francia,si dava intanto l’aria di un vincitore assai più che il conte di Marniora,che comandava i Piemontesi, il quale sembrava colla sua umanità e condotta non altro cercare che distruggere i pregiudizii nazionali, clic nei paesi ginevrini sussistevano rontra il sovrano, successore degli antichi duchi di Savoja. Del resto, egli dispiegò grande magnificenza nella sua qualità di rappresentante un monarca cui stava molto a cuore si riguardasse in fatto il suo ministro come la chiave della triplice mediazione', anche a malgrado la reale inferiorità delle forze piemontesi. Mercé il conte di Marmora, la piccola truppa sotto i suoi ordini non meritò nè riscosse clic elogi per parte dei Ginevrini, e nello stesso partito il più opposto a quello il cui trionfo veniva a quel momento assicurato. L’atto di garanzia fu firmato dalle tre potenze il 12 novembre 1782: la novella costituzione dava ai magistrati estesissimi poteri. Prima del finir di quest’anno, Vittorio Amedeo fu visitato dal gran duca c dalla gran duchessa di Russia,reduci di Francia. Dall’una e P altra parte furonvi attestazioni cordiali: il prìncipe e la principessa di Piemonte gareggiarono col re in cortesie e testimonianze affettuose pegli augusti viaggiatori-, e partiti che furono, si.felicitò Vittorio Amedeo per essersi procurato nel gran duca un buon amico. Ed a ragione potea egli lusingarsi che la benevolenza e la mediazione della Russia lo proteggerebbero un giorno contra